Categorie Vini


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Il nostro Pinot Nero fa impazzire i cinesi.

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Lo chef stellato Graziano Prest, patron del ristorante Tivoli di Cortina D'Ampezzo, che propone da oltre vent'anni ad una clientela particolarmente esigente e raffinata menù della tradizione veneta rivisitati e rielaborati con sapiente creatività e fantasia, utilizzando i prodotti d'eccellenza del territorio delle Dolomiti Bellunesi come i fagioli IGT di Lamon, i funghi del Cadore, l'Agnello dell'Alpago oppure il pesce fresco dei vicini mercati ittici di Venezia e Chioggia, ha recentemente allestito e curato una cena di gala a Palazzo Labia, in occasione della 75esima edizione della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia

Un importante evento enogastronomico in cui ha scelto di proporre, ad accompagnamento di uno dei suoi piatti, il nostro vino IGT Vigneti delle Dolomiti "Pinot Nero annata 2012 - Raffinatezza ed Eleganza. 

La cena di gala.

La cena di gala in onore di un gruppo di imprenditori cinesi è una tradizione che persiste ormai da più di tre anni. Nella prima edizione la cornice era quella della vecchia fonderia di Murano, mentre quest'anno la location era ancora più esclusiva e d'eccellenza, ossia quella di Palazzo Labia, attuale sede della RAI di Venezia

L'appuntamento enogastronomico dedicato in particolar modo a un produttore cinematografico cinese che presto andrà in pensione, e che tra i suoi primi film aveva prodotto "Marco Polo", è stato abilmente impostato dalo Che sulla preparazione di un menù incentrato su piatti relativi a illustri personaggi storici che a Venezia erano di casa come lo scrittore Hemingway e Casanova.

Proprio per mantenere un contesto di regionalità, Graziano Prest ha deciso di servire in tavola il nostro pluripremiato Pinot Nero che, fin da subito, ha riscosso un notevole successo ed apprezzamento da parte di questo noto produttore cinese, a tal punto che i dirigenti RAI presenti all'evento hanno pensato di fargli recapitare dodici bottiglie di questo nostro pregiato vino di alta qualità prodotto a Vignui di Feltre, nel cuore del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi

Questa è l'ennesima dimostrazione che il vino bellunese sta conquistando sempre più nuovi mercati e che le cose fatte con il cuore, serietà e conoscenza, stanno pian piano emergendo non solo nel nostro bel Paese, ma anche e soprattutto all'estero. 

 

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L'Alpago: terra di viticoltura in rosa.

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Circondata dalle Prealpi Bellunesi, la Conca dell'Alpago è un susseguirsi di incantevoli prati e boschi, colline e pendii che dal lago di Santa Croce si innalzano nell'aspra e frastagliata corona rocciosa dei Monti Cavallo, Col Nando e Dolada. I numerosi paesi che la compongono conservano tutt'oggi un'antica struttura edilizia e una tradizione culinaria di alta qualità. 

In queste terre di montagna la viticoltura ha avuto una lunga storia legata all'autoconsumo delle famiglie che si dedicavano ai seminativi, ai pascoli e alla bachicoltura. Da diversi anni, i viticoltori dell'Alpago stanno puntando a trasformare le loro produzioni di vino da un ambito personale a quello più professionale. Una vocazione certamente non sconosciuta nella conca quella di coltivare le viti e che oggi grazie all'AVA, (Associazione Viticoltori Alpagoti), si appresta a diventare un settore in grado di creare nuove opportunità di business e di occupazione.

L'azienda Val De Pol di Katja Zanon, situata nel suggestivo borgo di Codenzano, è un primo esempio di questo processo di trasformazione. Oggi giorno la sua titolare affronta con grande determinazione ed impegno quest'avventura nel suo piccolo ettaro di vigneto dove coltiva, nella maniera più naturale possibile, la sua grande passione il Pinot Nero.

I suoi terreni sono di composizione calcareo argillosa ed esposti a pieno sud, sostenuti da antichi muretti a secco fatti ripristinare appositamente pochi anni fa dalla stessa proprietaria.Nella cantina di questa piccola azienda (la prima sorta in Alpago), il vino si affina in barriques prodotte in Francia da Lorenzo Zanon.

Artigianalità pura e conduzione in biodinamica per una produzione di 1.300 bottiglie di grande spessore e carattere (un vino base e due cru).

Un'altra azienda vitivinicola simbolo della Conca dell'Alpago è quella di Maddalena De Mola, che ha preso piede velocemente grazie al supporto della famiglia, riuscendo a produrre nei suoi due ettari di terreno il Pinot Grigio Altiores Uvae (ovvero uve più elevate), quasi una sorta di slogan per questa piccola realtà agricola che produce inoltre miele, fagioli e piccoli frutti che si possono acquistare assieme al vino, durante una sua degustazione in cantina. 

 

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Un debutto in grande stile per il Dop Piave Vecchio e i vini bellunesi al Vinitaly 2018.

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Un debutto in grande stile, in un prestigioso palcoscenico come quello del Vinitaly di Verona, la più importante fiera del settore vinicolo italiano, ha visto protagonisti - martedì 17 aprile 2018 - cinque pregiati vini bellunesi, tra cui anche il nostro Granpasso Uve Teroldego annata 2010 - Carattere Deciso, detentore della medaglia d'oro al Concorso "Wine of The Year 2017" indetto dalle Associazioni Via Claudia Augusta Altinate di Germania, Austria e Italia, abbinati al formaggio Dop Piave Vecchio Selezione Oro, prodotto esclusivamente con latte bellunese, nel pieno rispetto delle antiche regole e tradizioni dell'arte casearia, dal sapore intenso e fruttato che lo rende inconfondibile nel colore, nella pasta e al palato. Un formaggio vincitore di numerosi premi e riconoscimenti ufficiali: dal trionfo agli Italian Cheese Adwards al Caseus Veneti.

Uno speciale ed inedito abbinamento fortemente voluto da Confagricoltura, nel cui stand si è svolta una presentazione - degustazione delle eccellenze gastronomiche delle Dolomiti Bellunesi, alla presenza di numerosi enologi, giornalisti e addetti del settore, per dare il giusto risalto alla viticoltura bellunese, che nel solco di un'antica tradizione sta riscoprendo sempre più il proprio potenziale enologico, con vitigni autoctoni e internazionali che ben si adattano al clima e al terroir di montagna.

Protagonisti di questo particolare ed inedito connubio sono stati cinque viticoltori bellunesi facenti parte del Consorzio di Tutela Coste del Feltrino, assieme ad alcuni componenti della Confraternita del Formaggio Dop Piave, introdotti dagli interventi del giornalista enogastronomico bellunese Alberto Marcomini, Enzo Guarnieri, Predidente del Consorzio Coste del Feltrino, Gianpaolo Cet, Presidente di Piwi Veneto (viti resistenti), Fabio Bona, Presidente della Confraternita Dop Piave e da Diego Donazzolo, Presidente di Confagricoltura Belluno.

Davvero molto interessante è stato il discorso di Enzo Guarnieri che ha riferito come la Provincia di Belluno sia stata fino alla prima metà del Novecento una zona di grande produzione vinicola (soprattutto nel Feltrino), riuscendo ad ottenere 80.000 ettolitri di vino all'anno. Un patrimonio che poi è andato disperso a causa dello scoppio della Grande Guerra e dell'avvento della fillossera, della peronospora e dell'oidio.

Oggi lungo i cinquanta chilometri che vanno dalla Conca dell'Alpago alla Città di Feltre, si è sviluppata una viticoltura eroica che presenta pendenze elevate e notevoli difficoltà di meccanizzazione, che ha permesso di recuperare varietà autoctone come Bianchetta, Pavana, Gata, Turca, e alcune varietà internazionali come Pinot, Chardonnay, Merlot, Traminer Aromatico e Manzoni Bianco. Attualmente le aziende vinicole del Consorzio Coste del Feltrino coltivano venti ettari di vite con una produzione di 1.200 ettolitri di vino annui. 

In conclusione, anche questa passerella del Vinitaly 2018 si è rivelata un'importante occasione per far comprendere al grande pubblico l'alta qualità dei vini bellunesi che ben si identificano con le peculiarità del territorio del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, sposando il rispetto delle antiche tradizioni all'uso smisurato della tecnologia. 

Una bella realtà montana che sta crescendo, ma che va fatta conoscere sempre di più in altri prestigiosi contesti nazionali ed internazionali. 

 

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Il Vino Bellunese grande protagonista al Vinitaly 2018.

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Sarà la neoeletta Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati ad inaugurare domenica 15 aprile la 52° edizione del Vinitaly "Salone Internazionale del Vino e dei Distillati", la più importante fiera per il settore vinicolo italiano e una tra le più prestigiose al mondo, che si svolge alla Fiera di Verona nel periodo compreso tra la fine di marzo e la prima settimana del mese di aprile.

Il Salone riunisce ogni anno produttori, importatori, distributori, ristoratori, tecnici, giornalisti e opinion leader ospitando più di cinquanta degustazioni tematiche di imprenditori vinicoli italiani ed internazionali, proponendo un ricco calendario di convegni, workshop ed eventi dedicati all'approfondimento delle principali tematiche legate al settore del vino.

La scorsa edizione del Vinitaly ha registrato 128.000 presenze provenienti da 142 paesi, 32.000 buyer stranieri (+ 8% rispetto al 2016) e oltre 4.270 aziende, andando così a premiare la spinta verso una sempre più netta separazione tra il momento riservato al business in fiera e il fuori salone dedicato ai wine lover nella splendida ed incantevole Città di Verona.

Fra pochi giorni il vino bellunese farà il suo ingresso da vero protagonista al Vinitaly 2018. Martedì 17 aprile nello stand di Confagricoltura (Padiglione 9 Area D) si svolgerà un incontro pubblico per dare il giusto risalto e valore alla realtà vinicola della Provincia di Belluno, che nel solco di un'antica tradizione, sta riscoprendo il proprio potenziale enologico con la scelta di vitigni autoctoni e internazionali che ben si adattano al terroir di montagna e al clima rigido delle Dolomiti Bellunesi.

A introdurre la tavola rotonda sarà Enzo Guarnieri, presidente del Consorzio di Tutela Coste del Feltrino, seguito dagli interventi di Giampaolo Cet, presidente di Piwi Veneto e da Diego Donazzolo, attuale presidente di Confagricoltura Belluno.

Guarnieri si soffermerà sul ripercorrere le principali tappe che hanno contribuito alla rinascita della viticoltura a Belluno, una zona di grande produzione di vino fino alla prima metà del Novecento (soprattutto nel Feltrino) con una resa di 80.000 ettolitri all'anno. Un patrimonio che purtroppo è andato perduto a causa dello scoppio della Grande Guerra e della comparsa della fillosseraperonospora e dell'oidio, ma ora  risulta in costante crescita. 

Nel corso degli anni le aziende che sono riuscite a sopravvivere hanno ricominciato a coltivare varietà autoctone come la Bianchetta, la Pavana, la Gata e alcune varietà internazionali che stanno dando buoni risultati nel nostro territorio montano come Pinot, Chardonnay, Merlot, Traminer aromatico e Manzoni Bianco.

Oggi le undici aziende che hanno dato vita al Consorzio Coste del Feltrino coltivano venti ettari con una produzione di 1.200 ettolitri di vino all'anno. Il mercato sta rispondendo bene sia in Europa che oltreoceano e, proprio per questo, Enzo Guarnieri si farà promotore di chiedere nei prossimi mesi l'assegnazione di una Denominazione di Origine Controllata (DOC) per tutelare maggiormente i vini delle Dolomiti Bellunesi.

Al termine dell'incontro seguirà un brindisi per far conoscere e scoprire ai numerosi ospiti presenti l'alta qualità dei vini bellunesi abbinati al formaggio Piave DOP. A questo speciale connubio d'eccezione si potrà anche degustare il nostro pregiato vino rosso Granpasso Uve Teroldego annata 2010 - Carattere Deciso che, proprio l'anno scorso, ha ottenuto la medaglia d'oro al Concorso "Wine of The Year 2017" organizzato dalle Associazioni Via Claudia Augusta Altinate di Germania, Austria e Italia e, inoltre, anche altri premi e riconoscimenti ufficiali tra cui la medaglia d'argento al Concorso "BeoWine Fair" di Belgrado, la più importante fiera enologica del Sud Est Europa. 

 

 

 

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I Vini Pian delle Vette continuano a fare incetta di premi e di riconoscimenti ufficiali.

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Anche il 2017 per Pian delle Vette Cantina di Montagna è stato un anno intenso e faticoso ma, allo stesso tempo, ricco di soddisfazioni e di nuovi traguardi professionali ottenuti partecipando ai più importanti concorsi vinicoli nazionali ed internazionaliche hanno permesso di ottenere ai suoi pregiati vini di alta qualità diversi premi e riconoscimenti ufficiali tra cui, nel mese di febbraio, la medaglia d'oro al Pinot Nero annata 2012 e d'argento al Granpasso annata 2010 al BeoWine Fair di Belgrado, la più grande fiera del settore vinicolo del Sud Est Europa.

A confermare ulteriormente la raffinatezza ed eleganza del Pinot Nero ci ha pensato anche Davide Paolini che, dopo averlo degustato alla Locanda Solagna di Vas (Belluno), ne è rimasto talmente entusiasta da volerlo recensire in una puntata della trasmissione radiofonica "il Gastronauta" andata in onda su Radio 24 il giorno 20 maggio 2017.

Sempre questo vino ha ottenuto una seconda medaglia d'oro al concorso "Dubrovnik FestiWine Trophy 2017", prestigioso evento dedicato al mondo vinicolo che ha visto la presenza di numerose delegazioni di buyers provenienti da diversi paesi europei. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo scorso anno anche il Granpasso è salito sul gradino più alto del podio, conquistando la medaglia d'oro al concorso "Wine of the year 2017" indetto dalle tre Associazioni "Via Claudia Augusta Altinate" di Germania, Italia ed Austria.

Proprio in qualità di detentrice di questo premio, la Società Agricola Pian delle Vette ha potuto essere presente alla 26^ edizione del Merano Wine Festival, esclusiva kermesse che si è svolta al Kurhaus di Merano, edificio storico del XIX secolo considerato il simbolo di questa Città Termale Alto Atesina, nonchè uno dei capolavori in stile liberty più famosi di tutta l'area alpina.

Un'altro importante riconoscimento è stato portato a casa dal Mat'55 Millesimo 2009 - Sublimazione dell'Attesa, proclamato miglior Vino Spumante Metodo Classico con 72 mesi di maturazione sui lieviti ed almeno altri 8 mesi in bottiglia dopo la sboccatura, alla tradizione "Festa dell'Uva" che ogni anno si tiene nel Comune di Fonzaso.

Tutti questi premi e riconoscimenti ufficiali hanno permesso a Pian delle Vette di continuare ad essere riconosciuta come un'azienda agricola di successo, impegnata nella promozione e valorizzazione della Provincia di Belluno e delle sue tradizioni tipiche locali.

Proprio questo particolare aspetto è stato messo ben in evidenza nella trasmissione televisiva "Gustibus" che ha voluto dedicare uno spazio d'approfondimento proprio all'Azienda Agricola Pian delle Vette e ai suoi pregiati vini di montagna, in occasione di una puntata andata in onda su La 7 dedicata alla conoscenza delle eccellenze enogastronomiche del Veneto. (https://www.youtube.com/watch?v=goKpvb6v-PE&t=1s)

Se è vero che tutto l'impegno, la serietà e la grande passione per il vino e l'ambiente dimostrata in questi anni da Egidio D'Incà e Walter Lira è stata ripagata dall'affetto e dalla continuità dimostrata dai loro clienti, ma anche dai numerosi premi e riconoscimenti ottenuti ai loro pregiati vini, oggi questi due imprenditori agricoli bellunesi desiderano continuare a crescere puntando a migliorare ulteriormente la qualità delle loro etichette, nel pieno rispetto della natura e dei tempi tecnici che servono per ottenere dei vini eccellenti. 

 

 

   

 

 

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Lo Spumante Metodo Classico, cos'è?

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Il metodo classico di produzione del vino spumante (detto anche Champenoise), consiste nell'indurre la rifermentazione in bottiglia dei vini attraverso l'introduzione di zuccheri e di appositi lieviti selezionati (Liquer de Tirage). L'inventore di questo metodo, seppur non sia ancora storicamente provato, è un monaco che lo avrebbe ideato verso la metà del 1600. Il suo nome era Dom Perignon il quale decise di mescolare insieme diverse tipologie di vini per esaltare le caratteristiche del prodotto finale. 

Con questo metodo si ottengono vini con spuma (perlage) molto fine e persistente, con profumi delicati e sottili, che ricordano i lieviti, e un gusto fresco, leggermente acidulo, molto fine ed equilibrato. In Italia i vitigni più indicati per la produzione di spumanti di alta qualità sono lo Chardonnay, il Pinot Nero e il Pinot Bianco

Le fasi del processo di spumantizzazione.

La preparazione del vino base.

Poichè i vini base vanno ad incidere in modo diretto sulla qualità del prodotto finale, per la loro preparazione è necessario prestare una particolare cura ed attenzione. Quando le uve hanno raggiunto la maturazione desiderata si effettua la vendemmia anticipata delle uve, cosicchè queste, oltre a possedere un'acidità maggiore, manterranno anche inalterati molti degli aromi varietali propri del vitigno.

Fattori senza dubbio determinanti per la buona qualità delle uve sono l'altitudine e la corretta esposizione dei vigneti, una coltivazione non forzata con una resa produttiva per ettaro non elevata. Altrettanto importanti risultano essere il grado di maturazione e la sanità delle uve. 

La raccolta delle uve deve essere particolarmente curata e il suo trasporto in cantina va eseguito in breve tempo, in modo tale che le uve non si schiaccino tra loro, per non avere possibili perdite di succo, fermentazioni indesiderate e incontrollate e sgraditi fenomeni ossidativi. Se sui grappoli è presente della polvere si può provvedere alla sua rimozione con una particolare operazione detta De Bourbage.

La pigiatura dell'uva deve avvenire in modo soffice per estrarre la minima quantità di polifenoli; per lo stesso motivo assume importanza anche la diraspatura, essendo i raspi molto ricchi di tannini.

Il mosto fiore sgrondato si lascia decantare per circa 12 - 24 ore, allo scopo di eliminare le fecce in sospensione e buona parte della flora microbica sgradita. Successivamente si procede ad una fermentazione in bianco, della durata massima di circa tre settimane, ad una temperatura che non deve superare i 20°C.  Le fasi successive sono molto simili a quelle della vinificazione in bianco, con travasi, chiarificazioni e filtrazioni, ripetendo controlli analitici per poter intervenire tempestivamente nel caso in cui qualche valore non corrisponda a quello desiderato. 

Ottenuto il vino base, si procede con le altre fasi tipiche della produzione di uno spumante metodo classico di seguito riportate. 

L'assemblaggio.

Verso l'inizio della primavera si prepara il vino base, la cosidetta Cuvèe, assemblando varie tipologie di vini provenienti da vigneti (cru) e vitigni diversi. Nella miscelazione si utilizzano non solo vini nuovi, ma anche vecchi.

Questa particolare operazione risulta di grande importanza in quanto permette ad ogni imprenditore di offrire negli anni un prodotto con caratteristiche organolettiche consistenti e di maggiore qualità. Nel caso in cui vi siano annate particolarmente favorevoli, una parte delle uve viene destinata alla produzione di spumanti millesimati (come ad esempio il nostro Mat'55 millesimato 2010 - Sublimazione dell'Attesa), prodotti assemblando uva della stessa annata per l'85 %.

Questo spumante viene fatto riposare in cantina per un periodo di quattro - cinque anni, in qualche caso anche per sette - otto anni, prima della sboccatura e deve maturare a stretto contatto con i lieviti per almeno 24 mesi, a partire dal momento dell'imbottigliamento. 

Se si utilizzano invece vini di annate precedenti, si otterrà un Sans Annèe, ovvero uno spumante che risulta privo di qualsiasi indicazione di annata o di vendemmia, destinato ad un affinamento sui lieviti molto più breve, in genere di due o tre anni.

Nella maggior parte dei casi, le Cuvèe sono realizzate con vini ottenuti sia da uve a bacca bianca, sia nera; se si usano solamente le prime il prodotto viene definito Blanc De Blancs (cioè vino bianco da uve bianche), mentre se si usano solo quelle a bacca nera il prodotto viene definito Blanc De Noirs, ossia vino bianco da uve nere.

L'aggiunta del liquido di tiraggio.

Per poter realizzare la rifermentazione risulta necessario addizionare il liquido di tiraggio (Liquer De Tirage), una miscela di vino contenente zucchero raffinato di canna o barbabietola, lieviti, sostanze minerali e azotate che favoriscono la successiva eliminazione delle fecce.

I lieviti devono possedere specifiche caratteristiche, come quella di essere attivi anche alle basse temperature presenti nei locali in cui viene realizzata la rifermentazione, di sopportare le alte pressioni all'interno delle bottiglie dovute all'anidride carbonica che essi producono, di sprigionare profumi gradevoli e pochissima acidità volatile e di formare un deposito caseo - sabbioso affinchè le fecce non aderiscano al vetro della bottiglia. 

L'aggiunta di zucchero risulta fondamentale per la rifermentazione realizzata dai leviti; le sostanze minerali sono per lo più sali di ammonio che servono per favorire lo sviluppo dei lieviti. A questo liquido vengono aggiunte altre sostanze allo scopo di facilitare il compattamento delle fecce durante il Remuage

L'imbottigliamento.

Dopo aver controllato con estrema attenzione che lo sciroppo di tiraggio si sia perfettamente disciolto ed amalgamato nella Cuvèe, il vino viene imbottigliato nelle tradizionali bottiglie (dette Champagnotte), che sono quelle definitive in cui il vino resterà fino al momento della sua vendita e consumazione. 

Il colore scuro della bottiglia protegge il prodotto finale dall'azione della luce, mentre il notevole spessore del vetro risulta fondamentale per la resistenza alla pressione interna e alle manipolazioni nelle varie fasi di elaborazione.

A questo punto, le bottiglie vengono sigillate utilizzando uno speciale tappo a corona in acciaio inox, che assicura una perfetta tenuta evitando l'attacco della ruggine.

Sotto il tappo è inserita la Bidule, un piccolo cilindro di plastica nel quale si accumulano le fecce al termine del Remuage, evitando così che residui di sostanze indesiderate rimangano a contatto con il vino. 

La presa di spuma e l'affinamento sui lieviti.

La presa di spuma è il procedimento che porta il vino a diventare spumante. Una volta sigillate le bottiglie, queste vengono accatastate in posizione orizzontale in cantina dove l'umidità e la temperatura sono costanti e vi è la totale assenza di vibrazioni, suoni e odori, oltre alla presenza di un'illuminazione soffusa.

Dopo qualche settimana i lieviti trasformano gli zuccheri in alcol etilico ed anidride carbonica, che questa volta, non potendo più fuoriuscire, si scioglie nel vino. La presenza dei lieviti inoltre contribuisce ad arricchire il prodotto finale di aromi e sapori unici

In poche parole, la presa di spuma coincide, dunque, con la seconda fermentazione. Dopo circa due settimane dall'imbottigliamento del vino, lo zucchero fermentescibile ha già subito il suo processo di trasformazione in etanolo e anidride carbonica.

Nel periodo che segue, il lievito inizierà a consumare lentamente tutte le scorte, degradando componenti cellulari e sostanze di riserva, fino a quando, intorno ai novanta giorni, iniziano i processi autolitici. Durante questa fase continua a proseguire l'attività degli enzimi del lievito, anche se non si potrà più rilevare nessuna traccia di lievito vitale. Gli enzimi idrolitici continueranno a lavorare andando a degradare a poco a poco tutte le componenti cellulari, tranne la parete, che pur subendo numerosi stress non verrà rotta.

Per ottenere questo, l'affinamento deve essere lungo e lento, in modo da formare bollicine persistenti, numerose e dalla grana fine. In funzione dei vitigni utilizzati, della zona di produzione e del corpo desiderato, questa fase può durare anche dai sette agli otto anni.

A tal fine, l'Istituto Italiano Spumante Classico ha stabilito che la maturazione sulle fecce deve durare minimo quindici mesi, a partire dal momento dell'imbottigliamento, e di ventiquattro mesi per gli spumanti millesimati. Durante questo periodo anche a Pian delle Vette Cantina di Montagna le bottiglie sono sottoposte allo sbancamento, che consiste nello smontare le cataste di bottiglie e ricomporle per evitare che le fecce si incrostino sul vetro, favorendo così il contatto delle varie sostanze liberatesi per autolisi con la massa liquida. 

Lo scuotimento.

Nel momento in cui si ritiene che lo spumante abbia quasi concluso l'affinamento sui lieviti, le bottiglie vengono riposte su dei particolari cavalletti in legno con fori sagomati, detti Pupitre. Successivamente, un po' alla volta, si effettuano i Remuage con rotazioni e vari scostamenti che portano le bottiglie dalla posizione orizzontale a quella verticale, provocando così il distacco dei residui dei lieviti dalle pareti ed il loro accumulo vicino al tappo, nella bidulè. 

Un tempo questa operazione di rotazione (Remuage) veniva praticata manualmente da operai specializzati che ruotavano giornalmente circa 15.000 - 20.000 bottiglie; oggi è diventata sempre più meccanizzata, grazie all'utilizzo delle Giropalette, grandi ceste rotanti contenenti le bottiglie, introdotte in commercio dai produttori spagnoli di Cava. 

Ultimato il Remuage, le bottiglie passano alla successiva fase della sboccatura, anche se vi è la possibilità che possano essere conservate in punta, in posizione verticale e capovolta, in modo tale da perfezionare l'evoluzione del vino a contatto con i lieviti, evitando che si attacchino alle pareti, come potrebbe succedere se fossero conservate in posizione orizzontale.

La sboccatura.

Finalmente arriva per lo spumante il momento di essere messo in commercio. Proprio a questo scopo, viene effettuata la sboccatura. In passato anche questa operazione era eseguita dall'uomo; il tecnico di cantina stappava la singola bottiglia da dove, per effetto della sovrappressione, usciva fuori il residuo in fecce formatosi sotto il tappo, poi prontamente provvedeva a ritappare la bottiglia.

Oggi si utilizza una macchina che permette di congelare il collo delle bottiglie e quindi di effettuare la successiva stappatura ed il successivo rabbocco. 

La velocità di traslazione del nastro è determinata in modo tale che al termine del percorso si sia formato un piccolo cilindro di ghiaccio di un paio di centimetri, che ingloba il vino e le fecce compattate nella bidule. La macchina scarica le bottiglie in posizione normale e le trasferisce alla postazione successiva, dove viene asportato il tappo a corona; la pressione interna riesce ad espellere il ghiaccio, lasciando il vino privo della più piccola particella in sospensione, perfettamente limpido. 

Il dosaggio.

Dopo la sboccatura si deve procedere a rincalzare ulteriormente la bottiglia aggiungendo un ulteriore Liquer D'Expedition o "sciroppo di dosaggio", la cui ricetta viene custodita segretamente da ogni produttore vinicolo italiano.

Nella maggior parte dei casi, lo sciroppo di dosaggio è composto da vino e zucchero (molto raramente distillato) e spesso viene invecchiato in barrique

Nel caso in cui si rabboccasse con uno sciroppo di dosaggio privo di zuccheri, si otterrà un prodotto denominato Pas Dosè. Una volta aggiunto il liquer d'expedition, le bottiglie vengono rabboccate con una modesta aggiunta dello stesso vino, in modo tale che il livello sia uguale in ogni bottiglia e sia identica anche la quantità di aria intrappolata sotto il tappo. 

La tappatura finale e il confezionamento.

Dopo la colmatura ogni bottiglia viene sigillata con un tappo di sughero a forma di fungo di ottima qualità, in grado di garantire elasticità oltre alla robustezza.

Successivamente sul tappo viene applicato un dischetto metallico (detto capsula) e la gabbietta metallica per evitare che esso, a causa dell'elevata pressione, possa fuoriuscire, Il tutto è avvallato da un particolare involucro in foglio d'alluminio (detto capsulone), che è quello che verrà strappato in fase di apertura della bottiglia. 

Tappo, capsula e capsulone sono di solito contrassegnati genericamente, riportando ad esempio il nome / logo della denominazione cui si riferisce lo spumante, oppure con il nome o logo dell'imbottigliatore.

Una volta tappate le bottiglie vengono fatte ruotare su sè stesse per permettere che lo sciroppo di dosaggio si amalgami bene con il resto del prodotto, dopodichè vengono lavate e vestite di etichetta, contro-etichetta, collarino e capsulone. Le bottiglie infine vengono tenute nuovamente a riposo in cantina per qualche mese.

Uno spumante prodotto con il metodo classico per poter essere definito di alta qualità deve avere aspetto brillante e trasparenza cristallina, colore paglierino tenue, perlage persistente e finissimo, profumo delicato e fragrante, che ricordi vagamente l'uva utilizzata ma presenti sentori legati a quello dei lieviti, gusto fresco, piacevolmente acidulo, fine ed equilibrato; il giudizio finale deve essere armonico come accade nel nostro Mat'55.   

 

 

 

 

 

 

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Dumalis Rosè - annata 2016 - metodo ancestrale

Pubblicato in Spumanti

Vino Spumante Rosè Extra Brut. Metodo Ancestrale. 

Profumo di buona intensità, intrigante, emergono note particolare molto eterogenee, crosta di pane e lievito. Al gusto fresco, con acidità presente ed equilibrata, salato, leggero, di ottima bevibilità con finale asciutto e persistente.

UVE: 45% Pinot Nero vinificato in bianco, 45% chardonnay e 10% Gamaret.

COLORE DEL VINO: rosa tenue.

GRADO ALCOLICO: 12,5%

TEMPERATURA DI SERVIZIO: 8-10°C.

ABBINAMENTO: Aperitivi, antipasti, creme di verdure, piatti e grigliate a base di pesce, ma anche carni bianche o rosse.

ZONA DI PRODUZIONE: Feltre, località Vignui (altitudine 580 m/slm).

RESA PER ETTARO: 50 q/ha.

NUMERO BOTTIGLIE: 600 bottiglie prodotte.

VENDEMMIA: Manuale in cassetta con selezione in vigna.

VINIFICAZIONE: Dopo 12 ore di crio macerazione sulle bucce si affina in acciaio per 8/9 mesi, poi si effettua la presa di spuma e successivo affinamento in bottiglia per almeno 4 mesi. 

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Pinot Nero annata 2016 - Raffinatezza ed eleganza - IGT Vigneti delle Dolomiti

Pubblicato in Abbinamento Carne

Al naso caratteristici frutti rossi, mora, lampone e ribes lasciano poi lo spazio al floreale di rosa rossa e violetta appassita. Al palato intenso e abbastanza persistente rimane adagiato su note di freschezza e sapidità. Equilibrato e fine.

CARATTERISTICHE: Si distingue per i caratteri organolettici raffinati ed eleganti. Vengono esaltati i sentori di piccoli frutti a bacca rossa. 

UVE: Pinot Nero.

COLORE DEL VINO: Rosso granato intenso, luminoso e vivace con qualche sfumatura rubino. 

GRADO ALCOLICO: Mediamente sui 13%.

TEMPERATURA DI SERVIZIO: 16-18°C

ABBINAMENTO: Si consiglia con carni arrosto, brasato con funghi,agnello al forno, e filetto alle erbe. Ottimo in accompagnamento a salumi e formaggi freschi o di media stagionatura.

ZONA DI PRODUZIONE: Feltre, località Vignui (altitudine 580 m/slm). 

RESA PER ETTARO: 35-40 q/ha.

NUMERO BOTTIGLIE: 1.200 bottiglie prodotte.

VENDEMMIA: Manuale in cassetta con selezione in vigna.

AFFINAMENTO: 24 mesi in botte di rovere francese e minimo 4 mesi in bottiglia. 

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