Categorie Vini


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Lo Spumante Metodo Classico, cos'è?

Pubblicato in Novità & Eventi

Il metodo classico di produzione del vino spumante (detto anche Champenoise), consiste nell'indurre la rifermentazione in bottiglia dei vini attraverso l'introduzione di zuccheri e di appositi lieviti selezionati (Liquer de Tirage). L'inventore di questo metodo, seppur non sia ancora storicamente provato, è un monaco che lo avrebbe ideato verso la metà del 1600. Il suo nome era Dom Perignon il quale decise di mescolare insieme diverse tipologie di vini per esaltare le caratteristiche del prodotto finale. 

Con questo metodo si ottengono vini con spuma (perlage) molto fine e persistente, con profumi delicati e sottili, che ricordano i lieviti, e un gusto fresco, leggermente acidulo, molto fine ed equilibrato. In Italia i vitigni più indicati per la produzione di spumanti di alta qualità sono lo Chardonnay, il Pinot Nero e il Pinot Bianco

Le fasi del processo di spumantizzazione.

La preparazione del vino base.

Poichè i vini base vanno ad incidere in modo diretto sulla qualità del prodotto finale, per la loro preparazione è necessario prestare una particolare cura ed attenzione. Quando le uve hanno raggiunto la maturazione desiderata si effettua la vendemmia anticipata delle uve, cosicchè queste, oltre a possedere un'acidità maggiore, manterranno anche inalterati molti degli aromi varietali propri del vitigno.

Fattori senza dubbio determinanti per la buona qualità delle uve sono l'altitudine e la corretta esposizione dei vigneti, una coltivazione non forzata con una resa produttiva per ettaro non elevata. Altrettanto importanti risultano essere il grado di maturazione e la sanità delle uve. 

La raccolta delle uve deve essere particolarmente curata e il suo trasporto in cantina va eseguito in breve tempo, in modo tale che le uve non si schiaccino tra loro, per non avere possibili perdite di succo, fermentazioni indesiderate e incontrollate e sgraditi fenomeni ossidativi. Se sui grappoli è presente della polvere si può provvedere alla sua rimozione con una particolare operazione detta De Bourbage.

La pigiatura dell'uva deve avvenire in modo soffice per estrarre la minima quantità di polifenoli; per lo stesso motivo assume importanza anche la diraspatura, essendo i raspi molto ricchi di tannini.

Il mosto fiore sgrondato si lascia decantare per circa 12 - 24 ore, allo scopo di eliminare le fecce in sospensione e buona parte della flora microbica sgradita. Successivamente si procede ad una fermentazione in bianco, della durata massima di circa tre settimane, ad una temperatura che non deve superare i 20°C.  Le fasi successive sono molto simili a quelle della vinificazione in bianco, con travasi, chiarificazioni e filtrazioni, ripetendo controlli analitici per poter intervenire tempestivamente nel caso in cui qualche valore non corrisponda a quello desiderato. 

Ottenuto il vino base, si procede con le altre fasi tipiche della produzione di uno spumante metodo classico di seguito riportate. 

L'assemblaggio.

Verso l'inizio della primavera si prepara il vino base, la cosidetta Cuvèe, assemblando varie tipologie di vini provenienti da vigneti (cru) e vitigni diversi. Nella miscelazione si utilizzano non solo vini nuovi, ma anche vecchi.

Questa particolare operazione risulta di grande importanza in quanto permette ad ogni imprenditore di offrire negli anni un prodotto con caratteristiche organolettiche consistenti e di maggiore qualità. Nel caso in cui vi siano annate particolarmente favorevoli, una parte delle uve viene destinata alla produzione di spumanti millesimati (come ad esempio il nostro Mat'55 millesimato 2010 - Sublimazione dell'Attesa), prodotti assemblando uva della stessa annata per l'85 %.

Questo spumante viene fatto riposare in cantina per un periodo di quattro - cinque anni, in qualche caso anche per sette - otto anni, prima della sboccatura e deve maturare a stretto contatto con i lieviti per almeno 24 mesi, a partire dal momento dell'imbottigliamento. 

Se si utilizzano invece vini di annate precedenti, si otterrà un Sans Annèe, ovvero uno spumante che risulta privo di qualsiasi indicazione di annata o di vendemmia, destinato ad un affinamento sui lieviti molto più breve, in genere di due o tre anni.

Nella maggior parte dei casi, le Cuvèe sono realizzate con vini ottenuti sia da uve a bacca bianca, sia nera; se si usano solamente le prime il prodotto viene definito Blanc De Blancs (cioè vino bianco da uve bianche), mentre se si usano solo quelle a bacca nera il prodotto viene definito Blanc De Noirs, ossia vino bianco da uve nere.

L'aggiunta del liquido di tiraggio.

Per poter realizzare la rifermentazione risulta necessario addizionare il liquido di tiraggio (Liquer De Tirage), una miscela di vino contenente zucchero raffinato di canna o barbabietola, lieviti, sostanze minerali e azotate che favoriscono la successiva eliminazione delle fecce.

I lieviti devono possedere specifiche caratteristiche, come quella di essere attivi anche alle basse temperature presenti nei locali in cui viene realizzata la rifermentazione, di sopportare le alte pressioni all'interno delle bottiglie dovute all'anidride carbonica che essi producono, di sprigionare profumi gradevoli e pochissima acidità volatile e di formare un deposito caseo - sabbioso affinchè le fecce non aderiscano al vetro della bottiglia. 

L'aggiunta di zucchero risulta fondamentale per la rifermentazione realizzata dai leviti; le sostanze minerali sono per lo più sali di ammonio che servono per favorire lo sviluppo dei lieviti. A questo liquido vengono aggiunte altre sostanze allo scopo di facilitare il compattamento delle fecce durante il Remuage

L'imbottigliamento.

Dopo aver controllato con estrema attenzione che lo sciroppo di tiraggio si sia perfettamente disciolto ed amalgamato nella Cuvèe, il vino viene imbottigliato nelle tradizionali bottiglie (dette Champagnotte), che sono quelle definitive in cui il vino resterà fino al momento della sua vendita e consumazione. 

Il colore scuro della bottiglia protegge il prodotto finale dall'azione della luce, mentre il notevole spessore del vetro risulta fondamentale per la resistenza alla pressione interna e alle manipolazioni nelle varie fasi di elaborazione.

A questo punto, le bottiglie vengono sigillate utilizzando uno speciale tappo a corona in acciaio inox, che assicura una perfetta tenuta evitando l'attacco della ruggine.

Sotto il tappo è inserita la Bidule, un piccolo cilindro di plastica nel quale si accumulano le fecce al termine del Remuage, evitando così che residui di sostanze indesiderate rimangano a contatto con il vino. 

La presa di spuma e l'affinamento sui lieviti.

La presa di spuma è il procedimento che porta il vino a diventare spumante. Una volta sigillate le bottiglie, queste vengono accatastate in posizione orizzontale in cantina dove l'umidità e la temperatura sono costanti e vi è la totale assenza di vibrazioni, suoni e odori, oltre alla presenza di un'illuminazione soffusa.

Dopo qualche settimana i lieviti trasformano gli zuccheri in alcol etilico ed anidride carbonica, che questa volta, non potendo più fuoriuscire, si scioglie nel vino. La presenza dei lieviti inoltre contribuisce ad arricchire il prodotto finale di aromi e sapori unici

In poche parole, la presa di spuma coincide, dunque, con la seconda fermentazione. Dopo circa due settimane dall'imbottigliamento del vino, lo zucchero fermentescibile ha già subito il suo processo di trasformazione in etanolo e anidride carbonica.

Nel periodo che segue, il lievito inizierà a consumare lentamente tutte le scorte, degradando componenti cellulari e sostanze di riserva, fino a quando, intorno ai novanta giorni, iniziano i processi autolitici. Durante questa fase continua a proseguire l'attività degli enzimi del lievito, anche se non si potrà più rilevare nessuna traccia di lievito vitale. Gli enzimi idrolitici continueranno a lavorare andando a degradare a poco a poco tutte le componenti cellulari, tranne la parete, che pur subendo numerosi stress non verrà rotta.

Per ottenere questo, l'affinamento deve essere lungo e lento, in modo da formare bollicine persistenti, numerose e dalla grana fine. In funzione dei vitigni utilizzati, della zona di produzione e del corpo desiderato, questa fase può durare anche dai sette agli otto anni.

A tal fine, l'Istituto Italiano Spumante Classico ha stabilito che la maturazione sulle fecce deve durare minimo quindici mesi, a partire dal momento dell'imbottigliamento, e di ventiquattro mesi per gli spumanti millesimati. Durante questo periodo anche a Pian delle Vette Cantina di Montagna le bottiglie sono sottoposte allo sbancamento, che consiste nello smontare le cataste di bottiglie e ricomporle per evitare che le fecce si incrostino sul vetro, favorendo così il contatto delle varie sostanze liberatesi per autolisi con la massa liquida. 

Lo scuotimento.

Nel momento in cui si ritiene che lo spumante abbia quasi concluso l'affinamento sui lieviti, le bottiglie vengono riposte su dei particolari cavalletti in legno con fori sagomati, detti Pupitre. Successivamente, un po' alla volta, si effettuano i Remuage con rotazioni e vari scostamenti che portano le bottiglie dalla posizione orizzontale a quella verticale, provocando così il distacco dei residui dei lieviti dalle pareti ed il loro accumulo vicino al tappo, nella bidulè. 

Un tempo questa operazione di rotazione (Remuage) veniva praticata manualmente da operai specializzati che ruotavano giornalmente circa 15.000 - 20.000 bottiglie; oggi è diventata sempre più meccanizzata, grazie all'utilizzo delle Giropalette, grandi ceste rotanti contenenti le bottiglie, introdotte in commercio dai produttori spagnoli di Cava. 

Ultimato il Remuage, le bottiglie passano alla successiva fase della sboccatura, anche se vi è la possibilità che possano essere conservate in punta, in posizione verticale e capovolta, in modo tale da perfezionare l'evoluzione del vino a contatto con i lieviti, evitando che si attacchino alle pareti, come potrebbe succedere se fossero conservate in posizione orizzontale.

La sboccatura.

Finalmente arriva per lo spumante il momento di essere messo in commercio. Proprio a questo scopo, viene effettuata la sboccatura. In passato anche questa operazione era eseguita dall'uomo; il tecnico di cantina stappava la singola bottiglia da dove, per effetto della sovrappressione, usciva fuori il residuo in fecce formatosi sotto il tappo, poi prontamente provvedeva a ritappare la bottiglia.

Oggi si utilizza una macchina che permette di congelare il collo delle bottiglie e quindi di effettuare la successiva stappatura ed il successivo rabbocco. 

La velocità di traslazione del nastro è determinata in modo tale che al termine del percorso si sia formato un piccolo cilindro di ghiaccio di un paio di centimetri, che ingloba il vino e le fecce compattate nella bidule. La macchina scarica le bottiglie in posizione normale e le trasferisce alla postazione successiva, dove viene asportato il tappo a corona; la pressione interna riesce ad espellere il ghiaccio, lasciando il vino privo della più piccola particella in sospensione, perfettamente limpido. 

Il dosaggio.

Dopo la sboccatura si deve procedere a rincalzare ulteriormente la bottiglia aggiungendo un ulteriore Liquer D'Expedition o "sciroppo di dosaggio", la cui ricetta viene custodita segretamente da ogni produttore vinicolo italiano.

Nella maggior parte dei casi, lo sciroppo di dosaggio è composto da vino e zucchero (molto raramente distillato) e spesso viene invecchiato in barrique

Nel caso in cui si rabboccasse con uno sciroppo di dosaggio privo di zuccheri, si otterrà un prodotto denominato Pas Dosè. Una volta aggiunto il liquer d'expedition, le bottiglie vengono rabboccate con una modesta aggiunta dello stesso vino, in modo tale che il livello sia uguale in ogni bottiglia e sia identica anche la quantità di aria intrappolata sotto il tappo. 

La tappatura finale e il confezionamento.

Dopo la colmatura ogni bottiglia viene sigillata con un tappo di sughero a forma di fungo di ottima qualità, in grado di garantire elasticità oltre alla robustezza.

Successivamente sul tappo viene applicato un dischetto metallico (detto capsula) e la gabbietta metallica per evitare che esso, a causa dell'elevata pressione, possa fuoriuscire, Il tutto è avvallato da un particolare involucro in foglio d'alluminio (detto capsulone), che è quello che verrà strappato in fase di apertura della bottiglia. 

Tappo, capsula e capsulone sono di solito contrassegnati genericamente, riportando ad esempio il nome / logo della denominazione cui si riferisce lo spumante, oppure con il nome o logo dell'imbottigliatore.

Una volta tappate le bottiglie vengono fatte ruotare su sè stesse per permettere che lo sciroppo di dosaggio si amalgami bene con il resto del prodotto, dopodichè vengono lavate e vestite di etichetta, contro-etichetta, collarino e capsulone. Le bottiglie infine vengono tenute nuovamente a riposo in cantina per qualche mese.

Uno spumante prodotto con il metodo classico per poter essere definito di alta qualità deve avere aspetto brillante e trasparenza cristallina, colore paglierino tenue, perlage persistente e finissimo, profumo delicato e fragrante, che ricordi vagamente l'uva utilizzata ma presenti sentori legati a quello dei lieviti, gusto fresco, piacevolmente acidulo, fine ed equilibrato; il giudizio finale deve essere armonico come accade nel nostro Mat'55.   

 

 

 

 

 

 

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Gnomè Uve Gamaret annata 2013 - Ricco, morbido e rotondo

Pubblicato in Abbinamento Carne

Al naso regala note di frutta ancora croccante: mela rossa e marasca. Invitanti sentori floreali che spaziano dai fiori freschi appena sbocciati fino al balsamico. In bocca fresco e sapido. Persistente e abbastanza intenso. Rimane in chiusura un sorso deciso e di lunga pulizia.

UVE: GAMARET (vitigno svizzero).

COLORE DEL VINO: Rosso rubino intenso con lievi sfumature granate.

GRADO ALCOLICO: mediamente sui 13%.

TEMPERATURA DI SERVIZIO: 16-18°C. 

ABBINAMENTO: Si consiglia con piatti a base di carne, spiedo, salumi tipici e cacciagione. Ottimo con formaggi stagionati.

ZONA DI PRODUZIONE: Feltre, località Vignui (altitudine 580 m/slm). 

RESA PER ETTARO: 50 q/ha.

NUMERO BOTTIGLIE: 1.000 bottiglie prodotte.

VENDEMMIA: Manuale in cassetta con selezione in vigna.

AFFINAMENTO: 24 mesi in botte di rovere francese e minimo quattro mesi in bottiglia.  

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Scalon Uve Diolinoir annata 2014 - Eleganza e vivacità

Pubblicato in Vini Rossi

Al naso esprime note floreali e fruttate che richiamano fragola, ribes nero e prugna poi una particolare nota di sottobosco, di cedro e quercia. Al palato ravviva la bocca una fresca nota acida e un tannino che regala nel finale di bocca una piacevole sensazione amaricante.

UVE: DIOLINOIR (vitigno svizzero). 

COLORE DEL VINO: Rosso rubino intenso con note granate pronunciate.

GRADO ALCOLICO: Mediamente sui 12,50%.

TEMPERATURA DI SERVIZIO: 16-18°C.

ABBINAMENTO: Si consiglia con piatti a base di carne rossa e selvaggina varia. Ottimo con formaggi stagionati e saporiti.

ZONA DI PRODUZIONE: Feltre, località Vignui (altitudine 540 m/slm).

RESA PER ETTARO: 40 q/ha.

NUMERO BOTTIGLIE: 800 bottiglie prodotte.

VENDEMMIA: Manuale in cassetta con selezione in vigna.

AFFINAMENTO: 24 mesi in botte di rovere francese e minimo quattro mesi in bottiglia. 

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Scalon Uve Diolinoir annata 2013 - Eleganza e vivacità

Pubblicato in Abbinamento Carne

Al naso esprime note floreali e fruttate che richiamano fragola, ribes nero e prugna poi una particolare nota di sottobosco, di cedro e quercia. Al palato ravviva la bocca una fresca nota acida e un tannino che regala nel finale di bocca una piacevole sensazione amaricante.

UVE: DIOLINOIR (vitigno svizzero). 

COLORE DEL VINO: Rosso rubino intenso con note granate pronunciate.

GRADO ALCOLICO: Mediamente sui 13%.

TEMPERATURA DI SERVIZIO: 16-18°C.

ABBINAMENTO: Si consiglia con piatti a base di carne rossa e selvaggina varia. Ottimo con formaggi stagionati e saporiti.

ZONA DI PRODUZIONE: Feltre, località Vignui (altitudine 540 m/slm).

RESA PER ETTARO: 40 q/ha.

NUMERO BOTTIGLIE: 800 bottiglie prodotte.

VENDEMMIA: Manuale in cassetta con selezione in vigna.

AFFINAMENTO: 24 mesi in botte di rovere francese e minimo quattro mesi in bottiglia. 

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Pinot Nero annata 2016 - Raffinatezza ed eleganza - IGT Vigneti delle Dolomiti

Pubblicato in Abbinamento Carne

Al naso caratteristici frutti rossi, mora, lampone e ribes lasciano poi lo spazio al floreale di rosa rossa e violetta appassita. Al palato intenso e abbastanza persistente rimane adagiato su note di freschezza e sapidità. Equilibrato e fine.

CARATTERISTICHE: Si distingue per i caratteri organolettici raffinati ed eleganti. Vengono esaltati i sentori di piccoli frutti a bacca rossa. 

UVE: Pinot Nero.

COLORE DEL VINO: Rosso granato intenso, luminoso e vivace con qualche sfumatura rubino. 

GRADO ALCOLICO: Mediamente sui 13%.

TEMPERATURA DI SERVIZIO: 16-18°C

ABBINAMENTO: Si consiglia con carni arrosto, brasato con funghi,agnello al forno, e filetto alle erbe. Ottimo in accompagnamento a salumi e formaggi freschi o di media stagionatura.

ZONA DI PRODUZIONE: Feltre, località Vignui (altitudine 580 m/slm). 

RESA PER ETTARO: 35-40 q/ha.

NUMERO BOTTIGLIE: 1.200 bottiglie prodotte.

VENDEMMIA: Manuale in cassetta con selezione in vigna.

AFFINAMENTO: 24 mesi in botte di rovere francese e minimo 4 mesi in bottiglia. 

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Gnomè Uve Gamaret annata 2013 - Ricco, morbido e rotondo

Pubblicato in Vini Rossi

Al naso regala note di frutta ancora croccante: mela rossa e marasca. Invitanti sentori floreali che spaziano dai fiori freschi appena sbocciati fino al balsamico. In bocca fresco e sapido. Persistente e abbastanza intenso. Rimane in chiusura un sorso deciso e di lunga pulizia.

UVE: GAMARET (vitigno svizzero).

COLORE DEL VINO: Rosso rubino intenso con lievi sfumature granate.

GRADO ALCOLICO: mediamente sui 13%.

TEMPERATURA DI SERVIZIO: 16-18°C. 

ABBINAMENTO: Si consiglia con piatti a base di carne, spiedo, salumi tipici e cacciagione. Ottimo con formaggi stagionati.

ZONA DI PRODUZIONE: Feltre, località Vignui (altitudine 580 m/slm). 

RESA PER ETTARO: 50 q/ha.

NUMERO BOTTIGLIE: 1.000 bottiglie prodotte.

VENDEMMIA: Manuale in cassetta con selezione in vigna.

AFFINAMENTO: 24 mesi in botte di rovere francese e minimo quattro mesi in bottiglia.  

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Pinot Nero annata 2016 - Raffinatezza ed eleganza - IGT Vigneti delle Dolomiti

Pubblicato in Vini Rossi

Al naso caratteristici frutti rossi, mora, lampone e ribes lasciano poi lo spazio al floreale di rosa rossa e violetta appassita. Al palato intenso e abbastanza persistente rimane adagiato su note di freschezza e sapidità. Equilibrato e fine.

CARATTERISTICHE: Si distingue per i caratteri organolettici raffinati ed eleganti. Vengono esaltati i sentori di piccoli frutti a bacca rossa. 

UVE: Pinot Nero.

COLORE DEL VINO: Rosso granato intenso, luminoso e vivace con qualche sfumatura rubino. 

GRADO ALCOLICO: Mediamente sui 13%.

TEMPERATURA DI SERVIZIO: 16-18°C

ABBINAMENTO: Si consiglia con carni arrosto, brasato con funghi,agnello al forno, e filetto alle erbe. Ottimo in accompagnamento a salumi e formaggi freschi o di media stagionatura.

ZONA DI PRODUZIONE: Feltre, località Vignui (altitudine 580 m/slm). 

RESA PER ETTARO: 50 q/ha.

NUMERO BOTTIGLIE: 1.400 bottiglie prodotte.

VENDEMMIA: Manuale in cassetta con selezione in vigna.

AFFINAMENTO: 24 mesi in botte di rovere francese e minimo 4 mesi in bottiglia. 

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Botti e Barriques per l'affinamento del vino.

Pubblicato in Novità & Eventi

L'uso del legno per la produzione, la conservazione e il trasporto del vino è una pratica molto antica che ha subito negli anni un'evoluzione storica influenzata anche in funzione della cultura e della localizzazione dei popoli di questa speciale bevanda.

I popoli mediterranei, quali Greci e Romani, utilizzavano anfore d'argilla o altri contenitori in pelle, per lo stoccaggio e il trasporto del mosto d'uva fermentato. Purtroppo la terracotta si dimostrava un materiale molto fragile nelle varie fasi di trasporto, scomoda nella movimentazione, e dal peso elevato in rapporto al volume di liquido contenuto.

Data l'abbondanza di legno nelle foreste dell'Europa settentrionale, i Galli ed i Celti iniziarono ad usare questo materiale per la costruzione dei primi fusti. Questi nuovi contenitori si rivelarono fin da subito molto resistenti, leggeri e facili nel trasporto. E fu così che una volta capita la loro potenzialità, i Romani li sostituirono alle loro anfore. 

Per molti secoli vennero utilizzate diverse essenze per la produzione di questi fusti in legno come il castagno, il ciliegio e l'acero, senza però fare molta attenzione agli scambi organolettici che avvenivano tra legno e vino, fino a quando si arrivò all'individuazione di una specie arborea particolarmente adatta, la quercia, in grado di caratterizzare molto in positivo il vino.

Presto si passò dal considerare la botte in legno un semplice contenitore per lo stoccaggio e trasporto del vino, a un mezzo capace di interagire con esso affinandolo e migliorandolo. 

Inizialmente la botte nacque come recipiente atto al trasporto, per poi trasformarsi con il passare degli anni, in un contenitore in grado di modificare il vino in positivo, crescendo anche di capacità.

Il legno rimase il materiale principale per la costruzione non solo di fusti, ma anche di torchi fino agli inizi del 1900, quando vennero introdotti nel mercato nuovi materiali con caratteristiche completamente diverse. 

Negli anni 1950 e '60 lo sviluppo di un'enologia tesa a grandi produzioni di vini standardizzati ha messo a dura prova le botti che risultavano meno pratiche e bisognose di maggiori cure ed attenzioni.

Con il rilancio della viticoltura di qualità avvenuto negli ultimi decenni, il legno ha ripreso il suo posto nelle cantine, forte delle sue proprietà uniche ed insostituibili nel processo di maturazione del vino. 

Le principali azioni e benefici del legno sul vino in esso contenuto sono molteplici: facilita la precipitazione delle sostanze colloidali, cede una parte dei suoi numerosi costituenti, andando così ad influenzare le caratteristiche organolettiche del vino e, infine, ne favorisce una lenta e graduale microssidazione.

Tra contenitore e vino si instaurano inoltre altre numerose interazioni, che determinano e comportano modifiche su entrambi. E' molto importante che l'uno e l'altro siano sani e puliti, perchè molto spesso malattie o alterazioni si trasmettono a vicenda. Gli scambi reciproci sono influenzati da diversi fattori come ad esempio il rapporto superficie volume (più la botte è grande, minore è il contatto con il vino, con attenuazione degli scambi), le caratteristiche del liquido contenuto e di quelle del legno, il tempo di contatto ecc.

Le botti tradizionali sono oggi affiancate dalla barrique molto più piccola e di durata inferiore (pochi anni contro i decenni delle vecchie botti). Questo contenitore di origine francese ha colonizzato, a partire dal 1970, le cantine degli Stati Uniti e poi di tutto il mondo enologico. Quella più diffusa in Italia è la barrique bordolese (225 litri di capacità con doghe tagliate a spacco dello spessore di 18 - 27 millimetri).

Con il passare del tempo, la barrique cominciò ad essere utilizzata anche in cantina proprio per le sue piccole dimensioni che andavano ad esaltare i processi di interazione legno /vino, permettendo così di ottenere in minor tempo vini di qualità, rotondi ed eleganti.

Le moderne barrique sono fabbricate in rovere, un legno "forte" e ricco di lignina. Dopo l'abbattimento i tronchi vengono tagliati a spacco e poi stagionati per almeno due anni all'aperto. La successiva lavorazione prevede la sagomatura e la curvatura delle doghe (che può avvenire a vapore o a fuoco), la tostatura e l'assemblaggio finale. Particolarmente importante e delicata è l'operazione di tostatura. Le doghe in alto sono fissate con alcuni cerchi provvisori, poi si procede all'inserimento nella parte interna di un braciere; in questo modo il legno è bruciato superficialmente, con fissazione delle sostanze aromatiche ed estrattive che saranno rilasciate successivamente al vino. 

Le barrique che utilizziamo per affinare i nostri pregiati vini di qualità prodotti alle porte del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, provengono dalle Tonnellerie ORION, un'azienda che crede che la qualità di un prodotto dipenda dall'integrazione tra l'attenta scelta delle materie prime e l'esperienza di un gruppo di tecnici altamente qualificati, utilizzando sia le buone pratiche artigianali che le moderne attrezzature.

In questo loro video potete vedere il processo che porta al'ideazione e alla realizzazione di una moderna ed efficiente barrique in legno come quelle che potete trovare presso la nostra Azienda Agricola. 

https://www.youtube.com/watch?v=wgcop0Rj26s

 

 

 

 

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