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Selvarech Vin Pètillant da uve Teroldego IGT Vigneti delle Dolomiti

Pubblicato in Abbinamento Formaggi

Vino leggermente frizzante. Questo pètillant è dovuto ad una rifermnetazione spontanea e naturale da lieviti indigeni.

Profumo intenso, giovane, erbaceo, fruttato, frutti rossi in particolare susina, rosa e una nota balsamica. Al palato elegante di buona struttura, leggermente tannico ritornano le note fruttate e speziate con finale sapido ed asciutto, persistente.

UVE: Teroldego.

COLORE DEL VINO: Rosso rubino intenso con riflessi vivaci

GRADO ALCOLICO: 12,5%.

TEMPERATURA DI SERVIZIO: 16-18°C. 

ABBINAMENTO: può essere abbinato su uno spettro molto ampio, sicuramente su pietanze grazze ma anche su dolci e percè no, anche come aperitivo.

ZONA DI PRODUZIONE: Feltre, località Vignui (altitudine 580 m/slm). 

RESA PER ETTARO: 70 q/ha.

NUMERO BOTTIGLIE: 1.700 bottiglie prodotte.

VENDEMMIA: Manuale in cassetta con selezione in vigna.

AFFINAMENTO: acciaio. 

 

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Selvarech Vin Pètillant da uve Teroldego IGT Vigneti delle Dolomiti

Pubblicato in Abbinamento Carne

Vino leggermente frizzante. Questo pètillant è dovuto ad una rifermnetazione spontanea e naturale da lieviti indigeni.

Profumo intenso, giovane, erbaceo, fruttato, frutti rossi in particolare susina, rosa e una nota balsamica. Al palato elegante di buona struttura, leggermente tannico ritornano le note fruttate e speziate con finale sapido ed asciutto, persistente.

UVE: Teroldego.

COLORE DEL VINO: Rosso rubino intenso con riflessi vivaci

GRADO ALCOLICO: 12,5%.

TEMPERATURA DI SERVIZIO: 16-18°C. 

ABBINAMENTO: può essere abbinato su uno spettro molto ampio, sicuramente su pietanze grazze ma anche su dolci e percè no, anche come aperitivo.

ZONA DI PRODUZIONE: Feltre, località Vignui (altitudine 580 m/slm). 

RESA PER ETTARO: 70 q/ha.

NUMERO BOTTIGLIE: 1.700 bottiglie prodotte.

VENDEMMIA: Manuale in cassetta con selezione in vigna.

AFFINAMENTO: acciaio. 

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Selvarech Vin Pètillant da uve Teroldego IGT Vigneti delle Dolomiti

Pubblicato in I nostri Vini

Profumo intenso, giovane, erbaceo, fruttato, frutti rossi in particolare susina, rosa e una nota balsamica. Al palato elegante di buona struttura, leggermente tannico ritornano le note fruttate e speziate con finale sapido ed asciutto, persistente.

UVE: Teroldego.

COLORE DEL VINO: Rosso rubino intenso con riflessi vivaci

GRADO ALCOLICO: 12,5%.

TEMPERATURA DI SERVIZIO: 16-18°C. 

ABBINAMENTO: Ottimo con grigliate di carni bianche rosse e selvaggina. Con formaggi stagionati, affettati e con pasta e fagioli.

ZONA DI PRODUZIONE: Feltre, località Vignui (altitudine 580 m/slm). 

RESA PER ETTARO: 70 q/ha.

NUMERO BOTTIGLIE: 1.700 bottiglie prodotte. 

 

VENDEMMIA: Manuale in cassetta con selezione in vigna.

AFFINAMENTO: acciaio. 


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Selvarech Vin Pètillant da Uve Teroldego IGT Vigneti delle Dolomiti

Pubblicato in Vini Rossi

Vino leggermente frizzante. Questo pètillant è dovuto ad una rifermnetazione spontanea e naturale da lieviti indigeni.

Profumo intenso, giovane, erbaceo, fruttato, frutti rossi in particolare susina, rosa e una nota balsamica. Al palato elegante di buona struttura, leggermente tannico ritornano le note fruttate e speziate con finale sapido ed asciutto, persistente.

UVE: Teroldego.

COLORE DEL VINO: Rosso rubino intenso con riflessi vivaci

GRADO ALCOLICO: 12,5%.

TEMPERATURA DI SERVIZIO: 16-18°C. 

ABBINAMENTO: Ottimo con grigliate di carni bianche rosse e selvaggina. Con formaggi stagionati, affettati e con pasta e fagioli.

ZONA DI PRODUZIONE: Feltre, località Vignui (altitudine 580 m/slm). 

RESA PER ETTARO: 70 q/ha.

NUMERO BOTTIGLIE: 1.700 bottiglie prodotte. 

 

VENDEMMIA: Manuale in cassetta con selezione in vigna.

AFFINAMENTO: acciaio. 

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L'Indicazione Geografica Tipica "Vigneti delle Dolomiti".

Pubblicato in Novità & Eventi

Le Dolomiti sono da sempre considerate le montagne più belle del mondo, uno straordinario arcipelago fossile che si estende su cinque province e tre regioni e che, grazie alla sua bellezza intrinseca e alle sue eccezionali caratteristiche ambientali e geografiche, è entrato ufficialmente nel 2009 a far parte del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO.

Ma il territorio delle Dolomiti è caratterizzato anche dalla presenza di incantevoli luoghi e mete turistiche ideali per coniugare l'amore per la montagna all'interesse per la gastronomia e il vino di queste speciali terre di montagna. Proprio per esaltare l'alta qualità dei vini tipici delle Dolomiti, nel 1996 nasce l'Indicazione Geografica Tipica Vigneti delle Dolomiti (o Weinberg Dolomiten IGP in lingua tedesca), una denominazione interregionale attribuita ai vini bianchi, rossi e rosati prodotti nei territori delle Province di Trento, Bolzano e Belluno, particolari zone geografiche che per clima e conformazione dei terreni, risultano molto vocate per una viticoltura improntata alla ricerca della massima qualità.

I vini Vigneti delle Dolomiti IGT possono essere ottenuti con uve provenienti da vitigni idonei alla coltivazione nelle Province di Bolzano e Trento nella Regione Trentino Alto Adige, e Belluno nella Regione Veneto, iscritti nell'apposito Registro Nazionale delle Varietà di Vite per Uva e Vino, ad esclusione del vitigno Moscato Giallo per i vini bianchi e del Moscato Rosa per i vini rossi e rosati.

La zona di produzione e la sua storia.

La coltivazione della vite e la produzione di vini di alta qualità rappresenta nelle Province di Trento, Bolzano e Belluno un elemento caratterizzante del paesaggio e, inoltre, un importante fonte di tutela del territorio da fenomeni di degrado ambientale e d'abbandono. Tutto questo è oggi dovuto anche grazie all'impegno di piccoli viticoltori locali che, per ragioni di affetto e di tradizioni storiche, più che per necessità economica, hanno ripreso a coltivare appezzamenti di modeste dimensioni, talvolta lavorabili solo manualmente.

Oltre a questa realtà, esistono ovviamente vere e proprie aziende agricole di più considerevoli grandezze ed estensioni che coltivano la maggior parte della superficie vitata, come ad esempio Pian delle Vette Cantina di Montagna in Provincia di Belluno.

Nell'arco di tempo in cui la coltivazione della vite e la storia dell'uomo si sono accompagnate ed intrecciate, si sono sviluppati forti legami che si trasmettono e si rafforzano ancor'oggi nella cultura locale di questi territori (tradizioni, cultura popolare, arte, antiche usanze, gastronomia).

Le più antiche testimonianze sulla coltivazione della vite nell'area interessata alla IGT "Vigneti delle Dolomiti" risalgono all'età del Bronzo Antico e del Ferro Finale e sono rappresentate da antichi vinaccioli rinvenuti nell'insediamento palafitticolo di Ledro e nei dintorni delle città di Bolzano e Merano attribuibili alla cultura Fritzens - Sanzeno. 

Un'innumerevole serie di altri ritrovamenti ci porta fino alla situla reto - estrusca rinvenuta a Cembra sulla quale è ancora riportata una delle più estese iscrizioni di epoca etrusca inneggianti al consumo simposiale del vino.

Un'ulteriore significativa testimonianza sulla produzione e il commercio di vini della regione è rappresentata dalla stele funeraria risalente al II - III secolo d.C. dedicata al commerciante di vini P. Tenatius Essimnus, rinvenuta in Germania. 

Risalgono al periodo medioevale invece le prime regole vendemmiali; nel XII secolo furono emanati gli "Statuti di Trento", ovvero delle norme protezionistiche della produzione locale mirate a prevenire e ad ostacolare l'introduzione di vini prodotti nelle zone confinanti.

Per quanto concerne la Provincia di Belluno, questa è stata caratterizzata fino agli anni '60 da un'economia povera e di sussistenza, basata sopratutto sull'alpeggio e con una forte vocazione agricola. In particolare, il Feltrino è stata per centinaia di anni un'area vocata per la viticoltura.

Le origini storiche della coltivazione della vite nel distretto vitivinicolo Feltrino risalgono molto probabilmente ai primi secoli dopo il mille quando le più favorevoli condizioni climatiche dei terreni posti sulle pendici della conca e la particolare posizione geografica del distretto stesso, hanno portato presto alla vera e propria diffusione della viticoltura. 

L'esportazione di vino di buona qualità poteva indirizzarsi sia verso la vicina Valle di Primiero, ma anche verso le zone del Cadore o dell'Agordino, o ancora raggiungere i territori alpini di lingua tedesca. 

L'antichità e la complessità sociale raggiunta nel Feltrino dalla viticoltura è confermata dallo Statuto dei Vignaioli, approvato nel 1518 subito dopo l'incendio della Città di Feltre, dove sono riportate tutte le norme indispensabili per garantire sia la protezione delle vigne, sia la qualità finale del vino.

Questo particolare settore prospera sino agli inizi del Settecento quando cominciano a manifestarsi i primi segnali di difficoltà. Gli inverni presto si fanno sempre più rigidi, mettendo così a dura prova la resistenza degli impianti, colpiti sempre più da morie di gelo. Tra l'Ottocento e il Novecento sono invece le epidemie di peronospora e fillossera a mettere a serio rischio le coltivazioni con i vitigni tradizionali favorendo la diffusione, anche in Provincia di Belluno, delle viti americane molto più resistenti  alle malattie e caratterizzate da un'alta resa per ettaro. Il loro vino, più abbondante ma di scarsa qualità, ha finito per identificare la produzione locale sino ad oggi. 

Una produzione che fino agli anni Cinquanta del secolo scorso poteva vantare ancora centinaia di ettari, circa cinquecento nel solo Feltrino. Nell'immediato secondo dopoguerra il territorio bellunese è diventato protagonista dello sviluppo industriale del Paese; l'industria dell'occhiale e l'avvento del settore manifatturiero hanno portato all'abbandono progressivo della coltivazione dei campi decretando la quasi scomparsa della viticoltura a Belluno

Eppure nel corso di questi ultimi anni alcuni coraggiosi imprenditori agricoli bellunesi come Egidio D'Incà e Walter Lira, hanno voluto scommettere ed investire su varietà internazionali, riuscendo ad ottenere pregiati vini di alta qualità, che vengono sempre di più apprezzati, riconosciuti e premiati sia in Italia, sia all'estero.

Oggi, proprio alcune rinomate etichette prodotte dall'Azienda Agricola Pian delle Vette si fregiano dell'Indicazione Geografica Tipica Vigneti delle Dolomiti come, ad esempio, il Granpasso Uve Teroldego Annata 2010 - Carattere Deciso.

Il Granpasso Uve Teroldego Annata 2010 - Carattere Deciso.

Questo vino al naso presenta in modo decisivo un fruttato di prugna in confettura, una composizione di fiori appassiti, cioccolatino ripieno di liquore di marasca e note balsamiche.

Al gusto è avvolgente e strutturato, con tannino piacevolmente levigato. Persistente e intenso il finale che rimane a lungo sul palato ricordando le note di ciliegia matura.

Si consiglia il suo abbinamento con carni rosse, cacciagione e selvaggina. Si sposa molto bene anche con i piatti tipici della cucina di montagna come polenta e capriolo e con alcune tipologie di formaggi stagionati.

Proprio l'anno scorso questo speciale vino di montagna ha ottenuto la medaglia d'oro al Concorso "Wine of the Year 2017" indetto dalle Associazioni "Via Claudia Augusta Altinate" di Germania, Austria e Italia e, inoltre, altri numerosi riconoscimenti e premi ufficiali sia in Italia, sia all'estero, tra cui la medaglia d'argento al Concorso BeoWine Fair" di Belgrado, la più importante fiera enologica del Sud Est Europa.

 

 

 

 

  

 

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Il Pinot Nero è in fermento.

Pubblicato in Novità & Eventi

Pinot Nero che passione! Questo è forse l'unico vitigno internazionale che ha una schiera di fan, anche se da molti viene definito un vino al femminile ma non è così.

La capitale di questo vino è in Borgogna, con qualche appendice in Oregon, ma negli ultimi anni in Italia, persino nei luoghi più impensati, sono nate macchie di questo vitigno, non certo facile da coltivare e produrre.

All'inizio degli anni Settanta uno dei pionieri è stato Enrico Vallania (vigneto delle Terre Rosse), poi è comparso il Pinot Nero di Tenuta Bagnolo dei Marchesi Pancrazi, prodotto a seguito di un fortuito errore: il vivaista fornì, al posto del Sangiovese, le barbatelle di Pinot Nero.

Sempre a partire dagli anni Settanta nasce in Alto Adige, nel territorio di Mazzon, il fenomeno che più di ogni altro segna la storia di questo vino in Italia.

Nel tempo si sono affermati diversi produttori del territorio di Mazzon: in primis Gottardi, poi Carlotto, Brunnenhof, Maso Barthenau, Haas.  Nel territorio di Appiano Toscano, in Lunigiana, Garfagnana, Mugello e Casentino, sono fioriti diversi produttori di questo vino.

E se un nuovo squillo arrivasse anche dalle Dolomiti Bellunesi, magari a partire dal Pinot Nero dell'Azienda Agricola Pian delle Vette?

Il gastronauta Davide Paolini, colui che ha scelto di mangiare con la propria testa, capace di godere dei sapori più ruspanti non accontentandosi dei luoghi comuni culinari, conduttore radiofonico su Radio 24 con la trasmissione "il Gastronauta", nella puntata di sabato 20 maggio ha recensito il Pinot Nero annata 2012 - raffinatezza ed eleganza, medaglia d'oro al BeoWine Fire di Belgrado, prodotto dalla nostra Azienda Agricola Pian delle Vette, situata ai piedi delle Vette Feltrine nell'area del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi.

Ascolta la sua recensione, cliccando sul seguente link:

Il Gastronauta - Trasmissione del 20 maggio 2017

http://www.radio24.ilsole24ore.com/programma/il-gastronauta/puntate

 

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I "Vini Pian delle Vette" protagonisti alla Sagra dei Fisciòt di Belluno.

Pubblicato in Novità & Eventi

Belluno la celebrazione della festa della Madonna dell'Addolorata (o Sagra dei Fisciòt) nel periodo di Quaresima è un appuntamento consolidato che ha una tradizione secolare.

Dal 1716 la statua della Madonna dei Sette Dolori, fortemente voluta dalla cittadinanza bellunese per festeggiare la fine di una pestilenza, viene portata in processione dai fedeli lungo le vie del centro storico.

Questa statua, molto cara alla devozione dei Bellunesi, custodita in un monumentale altare barocco presso la Chiesa di Santo Stefano a Belluno, è vestita con un antico manto di velluto nero e ornata con i simboli della regalità e del dolore; le mani e il suo volto sono opera dell'artista Giambattista Alchini (1657) detto il "Gusella".

Viene tolta dalla sua artistica nicchia per la processione che si effettua lungo le vie del centro di Belluno in occasione della Quaresima due domeniche prima di Pasqua.

Negli anni questa processione si è intrecciata con la vita più laica e civile di Belluno, tanto che nel 1948 la statua fu portata in processione fasciata dalla bandiera tricolore, simbolo della ritrovata libertà.

La venerazione della Madonna è una tradizione antica per la città, tutt'oggi ancora molto sentita e partecipata.

Ogni anno al momento religioso si affianca quello ludico: collocati su tutta l'area del centro, quest'anno erano presenti più di 200 operatori con banchi di dolciumi, giocattoli, articoli in vetro e ceramica, legno, bigiotteria, quadri, manufatti di vario genere, essenze, erbe aromatiche, miele ed altri prodotti tipici locali.

Anche Pian delle Vette, insieme al Consorzio Dolomiti Prealpi, ha partecipato - domenica 02 aprile 2017 - con un proprio stand a questa prestigiosa manifestazione esponendo al pubblico alcune bottiglie dei nostri pregiati vini di qualità, che recentemente hanno ottenuto importanti riconoscimenti e premi in occasione della Fiera Internazionale del Vino "BeoWine" che si è svolta nel mese di febbraio a Belgrado. 

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