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Pian delle Vette vista dagli occhi di Riccardo Fabbio - Winetelling

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Testo di Riccardo Fabbio, pubblicato il 6 febbraio 2021 su winetelling.it

Una giornata che non è delle migliori, con un cielo coperto e un’aria frizzante che a 600 metri sul livello del mare si fa sentire, ci porta alla scoperta di Pian delle Vette, una cantina che si trova all’ingresso del Parco Nazionale delle Dolomiti, precisamente in località Pren di Feltre. Ad accoglierci è Egidio, che assieme al socio ed amico Walter ha rilevato questa azienda nel 2016, da una precedente proprietaria che voleva disfarsene.


Prima di addentrarci nella storia di Pian delle Vette, un po’ di storia del territorio in cui Egidio è nato ed è tornato in questi ultimi anni per dar sfogo alla passione per il settore enologico. Nel Feltrino sin dall’800 la coltivazione della vite era una delle attività principali assieme all’agricoltura, poi causa: l’emigrazione massiccia, l’avvento del fronte del primo conflitto mondiale dove si ricorda il 1917 come l’anno della fame e il successivo della fillossera nel 1942, si è perso gran parte del patrimonio viticolo. Rimasero soltanto due focolai vitivinicoli Franzoso (paese natale di Walter) e Mugnai (paese natale di Egidio) con qualche migliaio di metri di vigna per la produzione di vino ad uso personale.

A testimonianza della presenza della vite in queste zone un aneddoto di Egidio che ci racconta aver trovato un vecchio vademecum della viticultura italiana (ristampa del 1874) durante una vacanza nelle Marche, scritto da Nane Castaldo (i Castaldi un tempo erano per definizione i gestori delle terre dei nobili). Nella prefazione è riportato: “dalle case di Umin, primo Gennaio 1874” firmato Nane Castaldo, pseudonimo di Giovanbattista Bellati proprietario dell’omonima Villa che si trova nel paese confinante. Oltre alla sua testimonianza si fa presto a pensare che un tempo fosse zona vocata alla viticoltura vista l’assonanza al mondo enologico di alcuni paesini confinanti, come Vignui.


Tornando ai giorni nostri, la rivalutazione della vigna è stata promossa da Veneto Agricoltura a fine del 1900, grazie ad alcuni studi ampeleografici sul territorio e stimolando 4 progetti di viticultura, 3 dei quali da persone del trevigiano che hanno creduto in questa avventura mentre una sola da un residente del territorio. Ci troviamo in un territorio morenico, dove un tempo finiva la lingua del ghiacciaio che scendeva dal Comelico, zona molto favorevole ai vini bianchi e per le basi spumante oltre ad alcune uve a bacca rossa. Il sottosuolo è caratterizzato da dolomia, massi di porfido e calcare, che infonde nei vini una ricca mineralità. Gli impianti, di circa 15 anni, si dividono equamente con la produzione di 4 uve a bacca bianca: Chardonnay, Souvigner Gris, Muller Thurgau, Bianchetta e 4 a bacca rossa: Pinot Nero, Teroldego, Gamaret (incrocio di Gamay e Reichensteiner) e Diolinoir (incrocio di Pinot Nero e Rouge de Doilly). Il totale degli ettari è 2.5, a corpo unico, per una produzione annua di circa diecimila bottiglie.

Pian delle Vette è certificata SQNPI e lavora in maniera sostenibile e senza ipocrisia, al fine di poter portare avanti un’azienda vitivinicola che riesca a dare una forma di sostentamento. Per fare questo, nella zona in cui si trova, è impossibile adottare un regime biologico ferreo ed è necessario poter preservare il raccolto, facendo però attenzione a rispettare al massimo la vigna e l’ambiente circostante. L’esperimento di sposare il regime biologico per un anno ha fatto si che i trattamenti fossero 25 contro gli 11 di un convenzionale intelligente. Sicuramente il mantra aziendale è quello di produrre qualità e non quantità, con lavorazioni manuali e una media di resa per ettaro di 50 quintali.

Prosegui la lettura su http://www.winetelling.it/pian-delle-vette/

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Il nostro grazie al Coordinamento feltrino di Protezione Civile

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Feltre, 11 dicembre 2020. Un Natale inedito, in cui riscoprirsi comunità sarà ancora più importante. Per questo motivo Walter Lira ed Egidio D’Incà, titolari della cantina Pian delle Vette hanno deciso di donare un frizzante omaggio al Coordinamento delle Associazioni di Volontariato di Protezione Civile della Comunità Montana Feltrina.

 

Da uomini che trascorrono gran parte del tempo in campagna - spiegano D’Incà e Lira - riflettavamo come il nostro territorio negli ultimi anni sia stato sferzato da notevoli e inconsueti eventi atmosferici, originando drammatiche emergenze, Vaia in primis. In tutte queste occasioni non hanno mai fatto mancare la loro presenza e il loro supporto i volontari di protezione civile. Allora abbiamo deciso, in questo strano Natale, di rendere onore e merito al loro prezioso e silenzioso servizio, che offrono con passione alla nostra comunità, spesso sottraendo tempo alle loro famiglie e a loro stessi. Vogliamo idealmente trascorrere con loro le prossime festività natalizie e trasmettere la nostra gratitudine con quello che ci riesce meglio: il nostro vino. Oggi consegniamo ‘Croda Bianca’, uno spumante rifermentato in bottiglia che parla del territorio feltrino. Infatti è prodotto anche con la bianchetta, vitigno autoctono le cui origini risalgono a più di un secolo fa, che caratterizza il vino per una spiccata acidità; un prodotto orgogliosamente dolomitico.”

 

Parole di ringraziamento da parte di Sergio Battistella, Presidente del Coordinamento: “sarà piacevole brindare il prossimo Natale con un prodotto del nostro territorio. È sempre un orgoglio ricevere questi attestati di stima, che confermano la bontà del nostro servizio e ci confortano a proseguire la nostra missione. Nell’ultimo anno abbiamo collaborato con le autorità nazionali e regionali per il contenimento della pandemia da Covid 19, promuovendo la prevenzione e la tutela dei cittadini anche nei pressi delle strutture sanitarie. Recentemente, i periodi di allerta rossa - dovuti a sempre peggiori condizioni meteo - hanno visto volontari e mezzi impegnati nel soccorso delle popolazioni colpite. Questo Coordinamento conta su undici associazioni che dispongono di diverse centinaia di volontari che possono intervenire anche con mansioni specialistiche e professionali come le squadre di anti incendio boschivo, dei cinofili, dei sommozzatori, del Soccorso Alpino, della Croce Rossa, dei tecnici dei radio apparati, delle squadre logistiche ed alpinistiche dell’A.N.A. A tutti loro va il mio personale ringraziamento per il lavoro fin qui svolto, con lo spirito che da sempre ci contraddistingue nei diversi scenari in cui operiamo.”

 

Presente alla cerimonia - tenutasi nel piazzale della caserma Zannettelli, sede della Protezione Civile - Dario Scopel, Assessore dell’Unione Montana Feltrina, che ha favorito l’iniziativa: “fa piacere essere qui oggi e assistere a questa consegna. A nome anche del collega Carlo Zanella, delegato alla Protezione Civile, desidero ringraziare Pian delle Vette per il gesto di attenzione e ribadire ancora una volta il supporto e la riconoscenza a tutto il Coordinamento che ha dimostrato, anche in questi ultimi giorni, quanto sia preziosa e imprescindibile la sua opera. Senza dimenticare l’impegno di tutte le altre componenti del volontariato bellunese che fanno grande la nostra comunità.”

 

 

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PIAN DELLE VETTE ADERISCE AL MOVIMENTO TURISMO DEL VINO

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Ancora una volta facciamo da apripista in provincia. Infatti siamo la prima cantina bellunese ad aderire al Movimento Turismo del Vino, perché crediamo fermamente nell’enoturismo come forma di comunicazione e acculturamento. Strumento per far conoscere il nostro territorio, grazie al quale i nostri vini possono vantare caratteristiche uniche.

L’associazione

Il Movimento Turismo del Vino, nato nel 1993, è un'associazione non profit che annovera circa 900 fra le più prestigiose cantine d'Italia, selezionate sulla base di specifici requisiti. Primo fra tutti, quello della qualità dell'accoglienza enoturistica. Obiettivo dell’associazione è promuovere la cultura del vino attraverso le visite nei luoghi di produzione. Ai turisti del vino il Movimento vuole, da una parte, far conoscere più da vicino l’attività e i prodotti delle cantine aderenti, dall’altra, offrire un esempio di come si può fare impresa nel rispetto delle tradizioni, della salvaguardia dell'ambiente e dell'agricoltura di qualità (www.movimentoturismovino.it).

L’evento che più di tutti ha permesso di far conoscere MTV al grande pubblico è Cantine Aperte. Il più importante evento a livello nazionale dedicato al vino e ai luoghi evocati alla produzione enoica, nato per avvicinare l’appassionato e l’enoturista al mondo e alla cultura del vino, favorendo in questi anni lo sviluppo dell’accoglienza in cantina.

Quest’anno a causa del coronavirus la manifestazione non si potrà svolgere con le consuete modalità: per questo motivo si assisterà all'edizione speciale #CantineAperteInsieme, l'occasione per restare accanto ai winelovers e lanciare i prossimi appuntamenti di Cantine Aperte nell'autunno 2020.

Il weekend del 30-31 maggio #CantineAperteInsieme sarà online, smart e social: in tutta Italia le cantine del Movimento Turismo del Vino si riuniranno virtualmente per un grande weekend online con degustazioni in diretta, brindisi social e altre iniziative per far sentire la vicinanza del Movimento agli enoappassionati e poterli accogliere al meglio in cantina durante l’estate e l’autunno. Il tema di questa edizione è #piacere, inteso come il piacere della accoglienza enoturistica veneta.

Le nostre iniziative

Il 30 maggio alle ore 12.00 daremo spazio al #piacere della scoperta. Il nostro cantiniere Egidio, immerso nel nostro vigneto, vi racconterà la storia dell’iconica chiesetta nell’abitato di Vignui, che si vede dalla nostra cantina. Al termine stapperà una bottiglia di Croda Bianca, uno spumante ancestrale del 2016 ottenuto con uve Muller Thurgau e Bianchetta (autoctona).

Domenica 31 maggio alle 11.00 saremo invece nel vicino abitato di Feltre ospiti di Enoteca Contemporanea e del nostro amico Paolo Grando, ambasciatore dei prodotti agricoli bellunesi. Qui celebreremo il #piacere della condivisione stappando il nostro prodotto di punta: Mat’55. Un metodo classico extra brut del 2011 che ha riposato per ben 6 anni sui lieviti.

Potrete seguirci sui nostri canali FB @piandellevettecantine e IG @piandellevette_cantina

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Il nostro Pinot Nero fa impazzire i cinesi.

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Lo chef stellato Graziano Prest, patron del ristorante Tivoli di Cortina D'Ampezzo, che propone da oltre vent'anni ad una clientela particolarmente esigente e raffinata menù della tradizione veneta rivisitati e rielaborati con sapiente creatività e fantasia, utilizzando i prodotti d'eccellenza del territorio delle Dolomiti Bellunesi come i fagioli IGT di Lamon, i funghi del Cadore, l'Agnello dell'Alpago oppure il pesce fresco dei vicini mercati ittici di Venezia e Chioggia, ha recentemente allestito e curato una cena di gala a Palazzo Labia, in occasione della 75esima edizione della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia

Un importante evento enogastronomico in cui ha scelto di proporre, ad accompagnamento di uno dei suoi piatti, il nostro vino IGT Vigneti delle Dolomiti "Pinot Nero annata 2012 - Raffinatezza ed Eleganza. 

La cena di gala.

La cena di gala in onore di un gruppo di imprenditori cinesi è una tradizione che persiste ormai da più di tre anni. Nella prima edizione la cornice era quella della vecchia fonderia di Murano, mentre quest'anno la location era ancora più esclusiva e d'eccellenza, ossia quella di Palazzo Labia, attuale sede della RAI di Venezia

L'appuntamento enogastronomico dedicato in particolar modo a un produttore cinematografico cinese che presto andrà in pensione, e che tra i suoi primi film aveva prodotto "Marco Polo", è stato abilmente impostato dalo Che sulla preparazione di un menù incentrato su piatti relativi a illustri personaggi storici che a Venezia erano di casa come lo scrittore Hemingway e Casanova.

Proprio per mantenere un contesto di regionalità, Graziano Prest ha deciso di servire in tavola il nostro pluripremiato Pinot Nero che, fin da subito, ha riscosso un notevole successo ed apprezzamento da parte di questo noto produttore cinese, a tal punto che i dirigenti RAI presenti all'evento hanno pensato di fargli recapitare dodici bottiglie di questo nostro pregiato vino di alta qualità prodotto a Vignui di Feltre, nel cuore del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi

Questa è l'ennesima dimostrazione che il vino bellunese sta conquistando sempre più nuovi mercati e che le cose fatte con il cuore, serietà e conoscenza, stanno pian piano emergendo non solo nel nostro bel Paese, ma anche e soprattutto all'estero. 

 

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La viticoltura bellunese si espande puntando sull'alta qualità delle produzioni vinicole.

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La Provincia di Belluno fino agli anni Sessanta del secolo scorso, è stata caratterizzata da un'economia agricola povera basata in prevalenza sull'alpeggio; la viticoltura, fiorente nei secoli precedenti in aree vocate come il Feltrino, era considerata per lo più un'attività marginale. 

Nell'ultimo decennio, si è verificata un'inversione di tendenza: il Bellunese ha riconquistato una forte vocazione vitivinicola recuperando la propria storia, rivelandosi presto un interessante territorio sperimentale in cui coesistono la conservazione dei vigneti autoctoni abbinati alla sperimentazione di varietà più resistenti; il tutto in una prospettiva di una viticoltura eroica di qualità e sostenibile. 

Rispetto alla superficie vitata della Regione Veneto, stimata in 90.000 ettari per il 2017, il Bellunese ne conta solo 147. Un piccolo numero che è aumentato di un terzo nell'ultimo triennio e che ha visto la nascita di nuove aziende agricole di dimensioni medio piccole, spesso gestite a livello familiare. Anche il biologico risulta un settore in forte crescita, con quattro aziende già certificate ed una decina in conversione.

L'area geografica del vitigno Bellunese.

Geograficamente, il vitigno bellunese si distribuisce in località ben definite e circoscritte come ad esempio la zona di Feltre, dove recentemente è nato il Consorzio Coste del Feltrino. 

La Conca dell'Alpago, dove stanno nascendo piccole aziende che hanno ripreso a coltivare la vite, in abbandono dal secondo dopoguerra in questi luoghi. Seren del Grappa, dove è in atto una vera e propria sperimentazione sulle varietà resistenti di Vitis Vinifera che s'inserisce in un progetto più ampio ed articolato di rivitalizzazione del territorio della Valle di Seren.

Infine, la Valbelluna - Sinistra Piave - dove poco più di 60 ettari di vigneto sono coltivati prevalentemente a Glera, assieme ad altre varietà atte alla produzione del noto Prosecco DOC

Il Consorzio Coste del Feltrino.

La vocazione storica della viticoltura feltrina risulta oggi molto documentata. Lo Statuto dei Vignaioli del Monte Aurin, approvato nel 1518, stabiliva norme precise per la conduzione dei vigneti per garantire, fin da allora, vini di alta qualità che avevano un mercato fiorente verso l'Agordino, la Valle di Primiero e i territori alpini di lingua tedesca.  I vigneti occupavano le rive esposte a sud nei comuni di Feltre, Fonzaso, Arsiè e Seren del Grappa, con una produzione di qualità derivante da varietà soprattutto locali.

Nel Settecento, l'arrivo di inverni sempre più rigidi misero a dura prova il territorio della Provincia di Belluno, poi tra l'Ottocento e il Novecento, la comparsa delle malattie della vite provocarono un primo impoverimento del patrimonio vinicolo, con conseguente introduzione delle viti americane. Inoltre, nel secondo dopoguerra, la crescita e lo sviluppo del settore manifatturiero e dell'occhialeria, favorirono un consistente abbandono delle terre agricole e la quasi scomparsa della viticoltura bellunese.

Ma da qualche anno, un gruppo di viticoltori ha ripreso con entusiasmo a coltivare la vite, andando a recuperare antiche varietà locali come la Bianchetta, la Pavana, la Turca e la Gata, anche sperimentando con notevole successo altre cultivar italiane ed internazionali come Merlot, Chardonnay, Pinot Nero e Teroldego

Nel marzo del 2015, questo gruppo di imprenditori agricoli ha dato vita al Consorzio Coste del Feltrino, al quale oggi aderiscono 11 aziende, con un totale di 20 ettari vitati. La sua mission principale è caratterizzare fortemente tutte le imprese del settore che operano in questa particolare area, proponendo un modello di viticoltura non intensiva legata alla tradizione, al paesaggio e altre attività agricole già esistenti. 

Oltre ad un rigido Statuto, i soci del Consorzio sono tenuti al rispetto di una "Regola di Produzione", che stabilisce quali sono le varietà ammesse, escludendo quelle che non s'integrano perfettamente con il territorio montano delle Dolomiti Bellunesi.

Regole severe che privilegiano la conduzione biologica o integrata dei vigneti restringendo le norme già poste in essere dal Disciplinare dell'IGT Vigneti delle Dolomiti.

Tutto questo rappresenta un primo passo verso l'ottenimento di una denominazione d'origine specifica, a tutela di un patrimonio fatto di storia, qualità ed eccellenza. 

 

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Il Gioco, protagonista indiscusso della 32^ edizione della Mostra dell'Artigianato di Feltre.

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La Mostra dell'Artigianato Artistico e Tradizionale di Feltre (BL) torna, dal 29 giugno al 01 luglio, ad animare una delle città più antiche e suggestive della Regione Veneto.

Il tema centrale attorno al quale ruotano le mostre ed esposizioni proposte per la 32^edizione di questa manifestazione, è il gioco di espressioni artistiche

L'evento, nasce nel lontano 1986 con l'intento di dare spazio e visibilità all'artigianato di qualità in un contesto davvero unico ed esclusivo: il centro storico della Città di Feltre. 

Il connubio tra Feltre e l'artigianato vanta origini molto antiche e ancor'oggi gode di ottime espressioni. La Città, proprio per la sua ricca storia risalente al I secolo a.C. e per la sua particolare posizione geografica, si è prestata nei secoli ad essere la location ideale per lo sviluppo di botteghe e di attività artigianali, riuscendo ad ottenere diverse eccellenze in settori come la tessitura, la lavorazione del legno, del ferro e della pietra

Il programma di quest'edizione prevede l'inaugurazione della Mostra la sera di venerdì 29 giugno e, a seguire, l'avvio del Simposio di Scultura e il Concorso di Forgiatura dedicato al tema del gioco. Entrambe le competizioni, vantano la presenza di affermati artisti nazionali esperti nella lavorazione del ferro e del legno.

Anche i piccoli visitatori potranno divertirsi cimentandosi nella scoperta della forgiatura. Nel corso dell'intera manifestazione, non mancheranno spettacoli di intrattenimento per adulti e bambini, opere teatrali, la giocoleria e l'arte circense

Intanto, negli androni dei palazzi storici e nei cortili del centro storico, gli scultori e gli artigiani provenienti da ogni parte del Paese, metteranno in mostra le loro opere proponendo al pubblico dimostrazioni dirette di come si eseguono alcune lavorazioni particolari dei vari materiali.

Sempre nella tre giorni, al Palazzo Villabruna saranno esposte le carte da gioco dedicate al Palio di Feltre 2018, realizzate dall'Azienda Del Negro di Treviso, su disegni del noto artista e pittore locale Gian Antonio Cecchin.

In occasione dell'inaugurazione della Mostra dell'Artigianato, vi invitiamo a venirci a trovare nella nostra Cantina di Montagna per farvi conoscere e degustare dal vivo i nostri pregiati vini IGT di alta qualità, prodotti nella "città simbolo" del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi

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Un debutto in grande stile per il Dop Piave Vecchio e i vini bellunesi al Vinitaly 2018.

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Un debutto in grande stile, in un prestigioso palcoscenico come quello del Vinitaly di Verona, la più importante fiera del settore vinicolo italiano, ha visto protagonisti - martedì 17 aprile 2018 - cinque pregiati vini bellunesi, tra cui anche il nostro Granpasso Uve Teroldego annata 2010 - Carattere Deciso, detentore della medaglia d'oro al Concorso "Wine of The Year 2017" indetto dalle Associazioni Via Claudia Augusta Altinate di Germania, Austria e Italia, abbinati al formaggio Dop Piave Vecchio Selezione Oro, prodotto esclusivamente con latte bellunese, nel pieno rispetto delle antiche regole e tradizioni dell'arte casearia, dal sapore intenso e fruttato che lo rende inconfondibile nel colore, nella pasta e al palato. Un formaggio vincitore di numerosi premi e riconoscimenti ufficiali: dal trionfo agli Italian Cheese Adwards al Caseus Veneti.

Uno speciale ed inedito abbinamento fortemente voluto da Confagricoltura, nel cui stand si è svolta una presentazione - degustazione delle eccellenze gastronomiche delle Dolomiti Bellunesi, alla presenza di numerosi enologi, giornalisti e addetti del settore, per dare il giusto risalto alla viticoltura bellunese, che nel solco di un'antica tradizione sta riscoprendo sempre più il proprio potenziale enologico, con vitigni autoctoni e internazionali che ben si adattano al clima e al terroir di montagna.

Protagonisti di questo particolare ed inedito connubio sono stati cinque viticoltori bellunesi facenti parte del Consorzio di Tutela Coste del Feltrino, assieme ad alcuni componenti della Confraternita del Formaggio Dop Piave, introdotti dagli interventi del giornalista enogastronomico bellunese Alberto Marcomini, Enzo Guarnieri, Predidente del Consorzio Coste del Feltrino, Gianpaolo Cet, Presidente di Piwi Veneto (viti resistenti), Fabio Bona, Presidente della Confraternita Dop Piave e da Diego Donazzolo, Presidente di Confagricoltura Belluno.

Davvero molto interessante è stato il discorso di Enzo Guarnieri che ha riferito come la Provincia di Belluno sia stata fino alla prima metà del Novecento una zona di grande produzione vinicola (soprattutto nel Feltrino), riuscendo ad ottenere 80.000 ettolitri di vino all'anno. Un patrimonio che poi è andato disperso a causa dello scoppio della Grande Guerra e dell'avvento della fillossera, della peronospora e dell'oidio.

Oggi lungo i cinquanta chilometri che vanno dalla Conca dell'Alpago alla Città di Feltre, si è sviluppata una viticoltura eroica che presenta pendenze elevate e notevoli difficoltà di meccanizzazione, che ha permesso di recuperare varietà autoctone come Bianchetta, Pavana, Gata, Turca, e alcune varietà internazionali come Pinot, Chardonnay, Merlot, Traminer Aromatico e Manzoni Bianco. Attualmente le aziende vinicole del Consorzio Coste del Feltrino coltivano venti ettari di vite con una produzione di 1.200 ettolitri di vino annui. 

In conclusione, anche questa passerella del Vinitaly 2018 si è rivelata un'importante occasione per far comprendere al grande pubblico l'alta qualità dei vini bellunesi che ben si identificano con le peculiarità del territorio del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, sposando il rispetto delle antiche tradizioni all'uso smisurato della tecnologia. 

Una bella realtà montana che sta crescendo, ma che va fatta conoscere sempre di più in altri prestigiosi contesti nazionali ed internazionali. 

 

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Artista in Cantina. Laboratorio di Pittura Creativa a Pian delle Vette.

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L'arte non rappresenta soltanto un diversivo alla nostra quotidianità ma anche un efficace strumento di miglioramento e di sensibilizzazione alla portata di ognuno di noi, a patto che ci si avvicini con la dovuta sensibilità e disponibilità a mettere in discussione qualche nostra certezza o convinzione personale.

A conferma di questa nobile affermazione riguardo all'importanza che assume l'arte nella vita di tutti i giorni, il ricercatore americano Harold J Dupuy ha affermato che quando contempliamo un'opera d'arte rilasciamo dopamina, un neurotrasmettitore che regola l'umore.

Questo lo ha confermato anche una recente ricerca italiana condotta dall'Istituto Clinico Humanitas di Milano che ha messo in relazione la salute psicofisica di ogni essere umano con la cultura, in particolar modo con l'arte: "il bello" provoca emozioni, sensazioni e piacevoli ricordi capaci di agire sulla mente umana apportando benefici maggiori di quelli che si possono generalmente ottenere assumendo farmaci specifici.

Nella nostra vita, per vivere meglio, serve più arte. Perchè come sosteneva il grande artista Pablo Picasso "l'arte scuote dall'anima la polvere accumulata dalla vita di tutti i giorni". Persino Alain De Botton e Jhon Armstrong, che proprio attorno a questa idea hanno costruito la loro scuola e il loro movimento, hanno da sempre sostenuto che l'arte permette di risolvere i problemi della vita e trovare la felicità. 

Non è quindi una novità che l'arte rappresenti un potente mezzo per instaurare relazioni soddisfacenti e superare le proprie ansie e paure, ma oggi abbiamo senza dubbio delle ragioni fondate, per essere certi che da questa possiamo trarre davvero degli ottimi benefici per la nostra salute umana.

Sicuramente è proprio partendo dallo sviluppo di queste idee che Giulia del Cappellano ha voluto far nascere Arte Officina con lo scopo di rendere l'Arte fruibile in ogni settore lavorativo in modo da poter migliorare ulteriormente l'impatto di ogni attività attraverso la realizzazione di soluzioni creative attraenti ed estetiche.

Ciò che contribuisce a rendere l'arte unica al mondo è che può svilupparsi ovunque. Può confondersi tra le persone più comuni oppure dietro ad oggetti banali che circondano la vita di tutti i giorni, per poi riuscire a brillare di nuova luce davanti agli occhi di un essere umano che sia in grado davvero di riconoscerla ed apprezzarla.

Inoltre non è da considerarsi una novità anche il fatto che l'arte italiana abbia fatto il suo ingresso anche nelle cantine vinicole italiane. Non lo è nemmeno per l'Azienda Agricola Pian delle Vette che ha accettato ben volentieri di organizzare in collaborazione con Arte Officina di Giulia del Cappellano il laboratorio di pittura creativa Artista in Cantina, che si terrà sabato 24 marzo 2018 alle ore 14:00 e che sarà condotto da Elisa Rossi, artista figurativa di fama internazionale specializzata in pittura ad olio, che vanta un'esperienza pluriennale nell'insegnamento sia a privati che in ambito aziendale.

Obiettivo di questo evento creativo al quale possono partecipare - previo pagamento della relativa quota d'iscrizione di € 80,00 - da un minimo di quattro ad un massimo di dodici persone, è imparare a selezionare, mettere a fuoco e interpretare in modo corretto la bellezza della realtà che ci circonda, attraverso il disegno artistico e la pittura.

Ogni partecipante avrà a disposizione quattro ore per dare vita alla sua opera d'arte. Proprio dopo aver dato libero sfogo alla propria fantasia, ingegno e vena artistica, seguirà una degustazione di tre vini di alta qualità prodotti da Pian delle Vette Cantina di Montagna con possibilità di scelta di abbinarli ad un entrèe di formaggi e sopressa locale oppure ad un piatto tipico della cucina bellunese.

Artisti in Cantina è un laboratorio che nasce anche per promuovere e valorizzare la conoscenza delle antiche tradizioni dei nostri luoghi di montagna, dove tutt'oggi è ancora il suono delle campane a scandire il trascorrere del tempo.

Egidio D'Incà e Walter Lira, i due gestori della Società Agricola Pian delle Vette, sono convinti che il profumo del vino, protagonista ed ospite indiscusso di questo evento, sarà il pretesto e l'occasione per lo sviluppo di altri discorsi, storie e scambi culturali tra i diversi linguaggi dell'arte. 

Per prenotazioni e/o richieste di maggiori informazioni, si prega di inviare un'e-mail a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

    

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