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L'enogastronomia una nuova forma di turismo culturale.

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In Italia il turismo enogastronomico rappresenta a tutti gli effetti una nuova forma di turismo culturale. Non a caso, proprio attraverso la tutela, la conservazione e la valorizzazione dei territori agricoli e vitivinicoli destinati a delineare la cornice naturale del nostro Paese, esso propone un nuovo modo di vivere la vacanza, abbinando alla degustazione di vini e prodotti tipici locali, interessanti proposte di visite guidate ad aziende agricole e agroalimentari

Grazie ad una partecipazione diretta agli usi e alle abitudini dei territori rurali visitati, il turista può entrare maggiormente in contatto con la realtà di un luogo, vivendo così un'esperienza che lo arricchisce ulteriormente sia a livello umano, sia a livello culturale.

Oggi, non a caso, il turismo enogastronomico assume la forma del turismo culturale: il turista è alla continua ricerca del cibo locale da poter abbinare alla cultura di una località e l'enogastronomia diventa una sotto categoria di scelta di una destinazione turistica poichè unisce la volontà di acquisire familiarità con nuove culture, alla partecipazione ad eventi, festival e sagre che rappresentano un ruolo fondamentale nella formazione e nel potenziamento sia del turismo culturale, sia di quello gastronomico, offrendo ai viaggiatori ulteriori motivi per scegliere di visitare una meta turistica, riuscendo così ad affiancare i valori sociali, locali e paesaggistici alla buona cucina tipica

Proprio per quanto concerne la scelta e la motivazione a svolgre un viaggio, una recente indagine condotta dall'Associazione Nazionale Città del Vino, ha messo in evidenza che il turista enogastronomico considera importante la bellezza del panorama, la cucina tipica locale, l'arte e la cultura, ma anche il vino, considerato non solo come prodotto in sè, ma come tutto il sistema che vi gravita attorno, come ad esempio le cantine, i musei, la storia e la degustazione.

Il turismo del vino in Italia.

L'enoturismo è una particolare forma di turismo che si è sviluppato in Italia nel 1993 e deve il proprio significato alla parola greca "Oinos" (vino) che indica quella tipologia di turismo il cui interesse è focalizzato verso la cultura del vino.

Dalle visite in cantina e ai vigneti, alle degustazioni guidate, l'enoturismo rappresenta oggi la piena valorizzazione delle risorse vinicole del luogo ma anche l'abbinamento di altri settori strategici quali l'enologia, la gastronomia e il turismo; un importante connubio teso sempre più alla rivalutazione del territorio e delle sue specificità.

Per la nascita, la diffusione ed il successo di questo specifico tipo di turismo hanno avuto un ruolo importante alcune associazioni quali "Città del Vino" e il "Movimento del Turismo del Vino".

Proprio da quest'ultima, nel corso degli anni, si sono sviluppate quelle che attualmente sono considerate tra le maggiori manifestazioni vinicole quali "Cantine Aperte", "Calici sotto le stelle" e "Benvenuta Vendemmia" che hanno rappresentato un importante trampolino di lancio per il settore del vino, consentendo alle persone di visitare cantine, stringere rapporti diretti con i produttori, gustare e toccare con mano pregiati vini di qualità.

Oggi è risaputo che attraverso il vino si esprime l'identità di un territorio. Grazie alla diffusione di Internet e all'avvento dei social network il vino si è trasformato in un efficace e potente strumento di marketing e di promozione culturale in grado di stimolare nuovi e maggiori introiti, fornendo un prezioso supporto al settore turistico nei periodi di bassa stagione. 

Un aiuto sempre più importante per destagionalizzare ed ottenere nuove forme di turismo soprattutto nelle zone montane e collinari oggi a rischio di spopolamento per la scarsa possibilità di occupazione giovanile.

In conclusione, è stato dimostrato che scegliere di investire risorse in cultura, cibo e vino, genera risultati molto soddisfacenti da parte delle aziende. I sacrifici e gli sforzi sono ampiamente ripagati sia in termini di soddisfazione personale, sia di risultati, tra i quali citiamo l'aumento di visibilità aziendale

Recentemente è stato dimostrato che le cantine che hanno intrapreso negli ultimi anni queste iniziative, hanno ottenuto una maggiore propensione ad aprirsi al turismo rispetto alla media, aumentando le vendite dei loro prodotti a nuovi consumatori finali

Questa particolare apertura al turismo enogastronomico comporta anche la nascita di nuove figure professionali e di posti di lavoro, come ad esempio il responsabile all'accoglienza e all'ospitalità dei turisti, figura sempre più diffusa nelle aziende vinicole italiane che richiede l'acquisizione di nuove competenze, come la conoscenza delle lingue straniere, la capacità di narrare storie e tradizioni locali attraverso un autentico ed emozionale storytelling, il conoscere le nuove dinamiche e trend del mercato turistico e dell'intermediazione.

Una visione ed un approccio completamente diverso da quello che fino ad oggi ha caratterizzato la classica vendita di una bottiglia di vino ad un proprio cliente. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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L'Italia, un Paese ricco di eccellenze alimentari di qualità.

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Con ben 5047 specialità alimentari tradizionali censite sul territorio nazionale, l'Italia detiene oggi il record mondiale per varietà e ampiezza del patrimonio agroalimentare.

E' quanto emerge da una recente indagine della Coldiretti sulla base delle specialità alimentari ottenute secondo il rispetto di rigide regole e standard tradizionali protratti nel tempo per almeno venticinque anni.

Per quanto concerne le varie categorie, si tratta di 1.521 diverse tipologie di pane, pasta e biscotti, seguiti da 1.424 verdure fresche e/o lavorate, 791 salumi, prosciutti, carni fresche e insaccati vari, 497 formaggi, 253 piatti composti o prodotti della gastronomia, 147 bevande analcoliche e alcoliche, 167 prodotti di origine animale e 159 preparazioni di pesci, molluschi e crostacei.

Un'offerta enogastronomica di qualità che è ritornata ad essere la vera protagonista delle tavole degli italiani, grazie anche alla rete di vendita diretta dei mercati, delle fattorie e degli agriturismi di Campagna Amica.

Sul podio delle "Bandiere del Gusto" troviamo nell'ordine la Campania (515) seguita dalla Toscana (461) e dal Lazio fermo a quota 409. A seguire, si posizionano l'Emilia Romagna (388) e il Veneto (376), davanti al Piemonte con 388 specialità e alla Liguria che può contare su 294 prodotti. A ruota, seguono tutte le altre Regioni: la Puglia con 276 prodotti tipici recensiti, la Calabria (268), la Lombardia (248), la Sicilia (244), la Sardegna (193), il Friuli Venezia Giulia (169), il Molise (159), le Marche (151), l'Abruzzo (148), la Basilicata (144), la Provincia Autonoma di Trento (105), l'Alto Adige (90), l'Umbria (69) e la Valle d'Aosta con 12.

Particolarmente ricca, curiosa e colorata risulta anche la lista delle specialità tipiche nazionali come ad esempio la colatura di alici di Cetara, un liquido dal forte sapore inteso, frutto della sapiente stagionatura e pressatura delle alici salate; in Toscana sono molto apprezzati e conosciuti gli "stinchi di morto", particolari biscotti tipici della zona di Grosseto e Siena, dal colore giallo senape. 

Sempre la Coldiretti, segnala nel Lazio il fagiolo del purgatorio di Gradoli, seminato e coltivato da moltissimi anni in questa zona d'Italia, al punto da rappresentare uno dei piatti tipici del mercoledì delle ceneri, chiamato "pranzo del purgatorio", mentre in Emilia Romagna si apprezza una marmellata di mosto d'uva (Saba) con l'aggiunta di frutta.

La nostra Regione Veneto va fiera della sua polenta di montagna che si ottiene dalla farina di mais sponcio, sulla quale i Piemontesi spalmerebbero molto volentieri il brus, un prodotto lattiero - caseario derivato dalla lavorazione di robiole stagionate

Sicilia e Sardegna apprezzano rispettivamente la "sa pompia", un frutto sardo simile al limone che cresce solo nella zona della Baronia e lo squartucciato, un dolce tipico siciliano ripieno di fichi d'India protagonista indiscusso della Festa di San Giuseppe a Poggioreale, mentre i Friulani vanno fieri della loro porcaloca, un'oca intera disossata farcita con filetto di maiale, cucita a mano, legata cotta e affumicata.

Nella Regione Molise non si può rinunciare di certo alle sagnatelle, delle speciali fettuccine di farina di grano duro, mentre nelle Marche è tipica della tradizione contadina della zona di Jesi la lonza di fico, un dolce a base di fichi essiccati impastati con noci, mandorle e mistrà, avvolto in foglie di fico.

Il Comune di Campotosto in Abruzzo è molto famoso per la forma della sua mortadella, nota come "coglioni di mulo" così come quello lucano di Episcopia per le sue rsskatiedde cca muddiche, una pasta preparata con le molliche di pane.

Dalla zona del Trentino Alto Adige proviene la famosa luganega, la salsiccia che è un emblema della gastronomia provinciale, mentre dalle Valle Aurina dell'Alto Adige deriva il graukase, il formaggio più magro che esista in Italia. Infine l'Umbria è da sempre orgogliosa della sua fagiolina del Trasimeno, mentre la Valle d'Aosta annovera l'olio di noci.

Tutte queste specialità tipiche alimentari rappresentano un bene comune per l'intera collettività e costituiscono inoltre un prezioso patrimonio culturale che l'Italia può offrire con orgoglio ai tanti turisti nazionali e stranieri.

Inoltre, il primato nei prodotti tradizionali si aggiunge a quello dei prodotti a denominazione di origine protetta (Dop /IGP), che hanno raggiunto quota 292, e ai 523 vini italiani Docg, Doc e IGT. 

Come abbiamo ampiamente documentato la settimana scorsa, oggi il turismo enogastronomico sta vivendo un periodo sempre più aureo nel nostro Paese. Un italiano su tre ha recentemente dichiarato di aver svolto almeno un viaggio all'insegna dell'enogastronomia nel corso degli ultimi tre anni. Un dato che conferma come l'enogastronomia sia passata da un ruolo "accessorio" a vera e propria componente in grado di influenzare, sempre più, la scelta di viaggio degli italiani

 

 

 

  

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Scalon grapes Diolinoir 2013 - Elegance and vivacity

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DESCRIPTION OF WINE: well-structured wine, with a rich quantity of tannins. The perfume is intense and very elegant. The jam of soft fruit ( especially black currant) emerges.

GRAPES: Diolinoir (Swiss wine variety)

WINE COLOUR: Red like the gemstone of ruby. It has also violet glares.

ALCOHOLIC GRADE: On average 13%. 

SUGGESTED TEMPERATURE: 16-18°C. | 60,8F-64,4 | 289,15K-291,15K

TO MATCH WITH: We suggest to match it with courses based on red meats and various wildfowls. It tastes good with aged and savoury cheese.

PRODUCTION AREA: Feltre, Vignui- elevation 580m/ a.s.l. inside Dolomiti Bellunesi National Park

NUMBERS OF BOTTLES: 600/800 bottles produced

HECTARE’S PERFORMANCE: 40 q/ha.

GRAPES HARVEST: manual in case with selection in vineyard

REFINEMENT: 24 months in barrels of French durmast and minimum 4 months in the bottle

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Gnomè grapes Gamaret 2013 - Rich, soft and round

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DESCRIPTION OF WINE: rich, pleasant and enchanting wine. The jam of soft fruits and the vanilla emerge.

GRAPES: Gamaret (Swiss vine variety)

WINE COLOUR: Deep Red 

ALCOHOLIC GRADE: On average 13%. 

SUGGESTED TEMPERATURE: 16-18°C. | 60,8F-64,4 | 289,15K-291,15K

TO MATCH WITH: we suggest to drink it with meat plates. It tastes good with aged cheese.

PRODUCTION AREA: Feltre, Vignui- elevation 580m/ a.s.l. inside Dolomiti Bellunesi National Park

HECTARE’S PERFORMANCE: 50 q/ha.

NUMBER OF BOTTLES: 1000 bottles producted

GRAPES HARVEST: manual in case with selection in vineyard

REFINEMENT: 24 months in barrels of French durmast and minimum 4 months in the bottle

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