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Un debutto in grande stile per il Dop Piave Vecchio e i vini bellunesi al Vinitaly 2018.

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Un debutto in grande stile, in un prestigioso palcoscenico come quello del Vinitaly di Verona, la più importante fiera del settore vinicolo italiano, ha visto protagonisti - martedì 17 aprile 2018 - cinque pregiati vini bellunesi, tra cui anche il nostro Granpasso Uve Teroldego annata 2010 - Carattere Deciso, detentore della medaglia d'oro al Concorso "Wine of The Year 2017" indetto dalle Associazioni Via Claudia Augusta Altinate di Germania, Austria e Italia, abbinati al formaggio Dop Piave Vecchio Selezione Oro, prodotto esclusivamente con latte bellunese, nel pieno rispetto delle antiche regole e tradizioni dell'arte casearia, dal sapore intenso e fruttato che lo rende inconfondibile nel colore, nella pasta e al palato. Un formaggio vincitore di numerosi premi e riconoscimenti ufficiali: dal trionfo agli Italian Cheese Adwards al Caseus Veneti.

Uno speciale ed inedito abbinamento fortemente voluto da Confagricoltura, nel cui stand si è svolta una presentazione - degustazione delle eccellenze gastronomiche delle Dolomiti Bellunesi, alla presenza di numerosi enologi, giornalisti e addetti del settore, per dare il giusto risalto alla viticoltura bellunese, che nel solco di un'antica tradizione sta riscoprendo sempre più il proprio potenziale enologico, con vitigni autoctoni e internazionali che ben si adattano al clima e al terroir di montagna.

Protagonisti di questo particolare ed inedito connubio sono stati cinque viticoltori bellunesi facenti parte del Consorzio di Tutela Coste del Feltrino, assieme ad alcuni componenti della Confraternita del Formaggio Dop Piave, introdotti dagli interventi del giornalista enogastronomico bellunese Alberto Marcomini, Enzo Guarnieri, Predidente del Consorzio Coste del Feltrino, Gianpaolo Cet, Presidente di Piwi Veneto (viti resistenti), Fabio Bona, Presidente della Confraternita Dop Piave e da Diego Donazzolo, Presidente di Confagricoltura Belluno.

Davvero molto interessante è stato il discorso di Enzo Guarnieri che ha riferito come la Provincia di Belluno sia stata fino alla prima metà del Novecento una zona di grande produzione vinicola (soprattutto nel Feltrino), riuscendo ad ottenere 80.000 ettolitri di vino all'anno. Un patrimonio che poi è andato disperso a causa dello scoppio della Grande Guerra e dell'avvento della fillossera, della peronospora e dell'oidio.

Oggi lungo i cinquanta chilometri che vanno dalla Conca dell'Alpago alla Città di Feltre, si è sviluppata una viticoltura eroica che presenta pendenze elevate e notevoli difficoltà di meccanizzazione, che ha permesso di recuperare varietà autoctone come Bianchetta, Pavana, Gata, Turca, e alcune varietà internazionali come Pinot, Chardonnay, Merlot, Traminer Aromatico e Manzoni Bianco. Attualmente le aziende vinicole del Consorzio Coste del Feltrino coltivano venti ettari di vite con una produzione di 1.200 ettolitri di vino annui. 

In conclusione, anche questa passerella del Vinitaly 2018 si è rivelata un'importante occasione per far comprendere al grande pubblico l'alta qualità dei vini bellunesi che ben si identificano con le peculiarità del territorio del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, sposando il rispetto delle antiche tradizioni all'uso smisurato della tecnologia. 

Una bella realtà montana che sta crescendo, ma che va fatta conoscere sempre di più in altri prestigiosi contesti nazionali ed internazionali. 

 

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Il Vino Bellunese grande protagonista al Vinitaly 2018.

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Sarà la neoeletta Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati ad inaugurare domenica 15 aprile la 52° edizione del Vinitaly "Salone Internazionale del Vino e dei Distillati", la più importante fiera per il settore vinicolo italiano e una tra le più prestigiose al mondo, che si svolge alla Fiera di Verona nel periodo compreso tra la fine di marzo e la prima settimana del mese di aprile.

Il Salone riunisce ogni anno produttori, importatori, distributori, ristoratori, tecnici, giornalisti e opinion leader ospitando più di cinquanta degustazioni tematiche di imprenditori vinicoli italiani ed internazionali, proponendo un ricco calendario di convegni, workshop ed eventi dedicati all'approfondimento delle principali tematiche legate al settore del vino.

La scorsa edizione del Vinitaly ha registrato 128.000 presenze provenienti da 142 paesi, 32.000 buyer stranieri (+ 8% rispetto al 2016) e oltre 4.270 aziende, andando così a premiare la spinta verso una sempre più netta separazione tra il momento riservato al business in fiera e il fuori salone dedicato ai wine lover nella splendida ed incantevole Città di Verona.

Fra pochi giorni il vino bellunese farà il suo ingresso da vero protagonista al Vinitaly 2018. Martedì 17 aprile nello stand di Confagricoltura (Padiglione 9 Area D) si svolgerà un incontro pubblico per dare il giusto risalto e valore alla realtà vinicola della Provincia di Belluno, che nel solco di un'antica tradizione, sta riscoprendo il proprio potenziale enologico con la scelta di vitigni autoctoni e internazionali che ben si adattano al terroir di montagna e al clima rigido delle Dolomiti Bellunesi.

A introdurre la tavola rotonda sarà Enzo Guarnieri, presidente del Consorzio di Tutela Coste del Feltrino, seguito dagli interventi di Giampaolo Cet, presidente di Piwi Veneto e da Diego Donazzolo, attuale presidente di Confagricoltura Belluno.

Guarnieri si soffermerà sul ripercorrere le principali tappe che hanno contribuito alla rinascita della viticoltura a Belluno, una zona di grande produzione di vino fino alla prima metà del Novecento (soprattutto nel Feltrino) con una resa di 80.000 ettolitri all'anno. Un patrimonio che purtroppo è andato perduto a causa dello scoppio della Grande Guerra e della comparsa della fillosseraperonospora e dell'oidio, ma ora  risulta in costante crescita. 

Nel corso degli anni le aziende che sono riuscite a sopravvivere hanno ricominciato a coltivare varietà autoctone come la Bianchetta, la Pavana, la Gata e alcune varietà internazionali che stanno dando buoni risultati nel nostro territorio montano come Pinot, Chardonnay, Merlot, Traminer aromatico e Manzoni Bianco.

Oggi le undici aziende che hanno dato vita al Consorzio Coste del Feltrino coltivano venti ettari con una produzione di 1.200 ettolitri di vino all'anno. Il mercato sta rispondendo bene sia in Europa che oltreoceano e, proprio per questo, Enzo Guarnieri si farà promotore di chiedere nei prossimi mesi l'assegnazione di una Denominazione di Origine Controllata (DOC) per tutelare maggiormente i vini delle Dolomiti Bellunesi.

Al termine dell'incontro seguirà un brindisi per far conoscere e scoprire ai numerosi ospiti presenti l'alta qualità dei vini bellunesi abbinati al formaggio Piave DOP. A questo speciale connubio d'eccezione si potrà anche degustare il nostro pregiato vino rosso Granpasso Uve Teroldego annata 2010 - Carattere Deciso che, proprio l'anno scorso, ha ottenuto la medaglia d'oro al Concorso "Wine of The Year 2017" organizzato dalle Associazioni Via Claudia Augusta Altinate di Germania, Austria e Italia e, inoltre, anche altri premi e riconoscimenti ufficiali tra cui la medaglia d'argento al Concorso "BeoWine Fair" di Belgrado, la più importante fiera enologica del Sud Est Europa. 

 

 

 

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I vini Pian delle Vette protagonisti su Gustibus in onda su La 7

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Domenica 24 dicembre, l'Azienda Agricola Pian delle Vette è stata protagonista nella trasmissione televisiva Gustibus in onda su La 7, dedicata alla scoperta del patrimonio enogastronomico del nostro Paese e alle professioni che per esso lavorano. Ogni domenica mattina il programma condotto da Roberta De Matthaeis racconta ai telespettatori territori italiani defilati e poco conosciuti che, però, custodiscono veri e propri tesori paesaggistici ed enogastronomici che meritano di essere conosciuti e valorizzati.

In ogni puntata lo storytelling dei luoghi si incrocia con quello delle produzioni agroalimentari gastronomiche tipiche, accuratamente selezionate in collaborazione con "La Tavola Italiana", associazione no - profit che certifica la qualità delle filiere alimentari, e l'eccellenza delle materie prime impiegate nelle tecniche di lavorazione.

Nella puntata andata in onda il giorno della vigilia di Natale, ampio spazio d'approfondimento è stato dedicato all'Azienda Agricola Pian delle Vette di Vignui di Feltre, nata nel 2000 grazie ad un finanziamento Interreg, ed oggi acquisita e gestita da Egidio D'Incà e Walter Lira, due noti imprenditori feltrini che l'hanno saputa rilanciare sia a livello di brand, sia a livello di produzione, ottenendo numerosi premi e riconoscimenti ufficiali per l'alta qualità dei propri vini di montagna, riuscendo così a fare dell'impegno e della passione per il vino e per l'ambiente, il vero motivo del proprio operare e credere.

Per rispettare questi principi, i due soci hanno voluto dare alla propria azienda agricola una dimensione "a misura d'uomo" tale da permettere una completa autonomia nella sua gestione operativa, affinchè tutte le operazioni colturali siano mirate alla salvaguardia della fragilità dell'ecosistema. 

Consapevoli di operare in un ambiente difficile, ma appartenente a quelle realtà enologiche italiane di grande pregio paesaggistico, storico e culturale, ogni loro decisione è stata ed è tutt'oggi dettata dal rispetto di alcune regole. Ad esempio, la scelta varietale ha fatto ricorso a vitigni autoctoni locali e a quelle selezioni che più si adattano all'ambiente delle Dolomiti Bellunesi e che maggiormente possono farsi portavoce dei rigidi inverni, dei sensibili sbalzi termici notte / dì e delle ristrettezze nutritive dei suoli.

La gestione annuale dei vigneti privilegia l'esposizione dei grappoli e delle foglie al sole, tanto che i vini ricordano l'armonia del paesaggio, la quiete dei luoghi di montagna, il benessere dei vigneti e la ricca biodiversità che li arricchisce di profumi e aromi garantendo tipicità e unicità.

Pian delle Vette Cantina di Montagna ogni vigneto rappresenta una piccola nicchia studiata appositamente per promuovere e valorizzare l'interazione tra la vite e l'ambiente circostante per ottenere così vini unici, con un'autentica espressione del terroir di montagna lontano da mode e tendenze del momento.

Fondamentale resta il principio che ha ispirato l'impegno e il duro lavoro portato avanti negli anni dai due imprenditori vinicoli bellunesi che si basa sulla volontà d far avvicinare il consumatore finale al proprio prodotto, attraverso una particolare esperienza degustativa e una piena trasparenza d'informazioni, per spiegare la purezza e la qualità dei propri vini delle Dolomiti Bellunesi a chi sa davvero apprezzare i "silenzi" della vita.

L'estensione dei vigneti che si trovano a Vignui di Feltre, è di 2 ettari e mezzo su cui crescono le bacche rosse tipo Pinot Nero, Teroldego, Gamaret e Diolioner, le bacche bianche Chardonnay, Muller Turgau e Traminer Aromatico

Quattro di queste varietà fanno parte dell'IGT delle Dolomiti (Pinot Nero, Teroldego, Muller Turgau e Traminer) mentre dal 2013 il vino spumante è DOC Serenissima. 

Qualche giorno fa i due noti imprenditori agricoli bellunesi hanno avuto l'onore di accompagnare i reporter dell'emittente televisiva La 7 a visitare la loro Cantina di Montagna e i vigneti, dove è stata anche registrata un intervista ad Egidio D'Incà sulle eccellenze culinarie venete

Durante le riprese, non sono mancati gli aneddoti come quello legato alla scelta del nome dato allo spumante Metodo Classico Mat'55 - Millesimo 2009 - Sublimazione dell'Attesa.  Come hanno avuto modo di spiegare i due imprenditori vitivinicoli, questo particolare nome deriva dal fatto che entrambi i soci di Pian delle Vette sono nati nel 1955 e, nonostante i prestigiosi traguardi e riconoscimenti ufficiali ricevuti nel corso degli anni, oggi, c'è ancora chi sostiene che siano stati davvero matti a voler intraprendere questa loro avventura nel mondo del vino.

 

 

 

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L'enologia bellunese e il successo del Consorzio Coste del Feltrino.

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Il movimento enologico bellunese, in questi ultimi anni, sta prendendo sempre più forma e coscienza del proprio potenziale che può offrire ai tanti amanti e consumatori di vino locale. Oggi la Provincia di Belluno è un territorio vocato alla viticoltura. A confermarlo è l'Associazione Italiana Sommelier sempre più partecipe ed entusiasta nel riconoscere l'ottimo lavoro svolto dai viticoltori bellunesi, impegnati nel riprendere una tradizione vitivinicola dal passato glorioso, poi andata quasi perduta.

Proprio l'AIS di Belluno ha organizzato recentemente una serata dedicata alla presentazione delle Cantine Vitivinicole aderenti al Consorzio Coste del Feltrino confrontandosi con queste sull'ottimo lavoro che è stato svolto finora e sui prossimi obiettivi che questa neo-nata realtà vuole perseguire.

Durante l'evento, Enzo Guarnieri - attuale presidente del Consorzio - ha posto in evidenza come fin dall'ottocento il territorio della Provincia di Belluno era predisposto per la coltivazione della vite; poi la povertà, l'emigrazione, le guerre e l'avvento della fillossera hanno portato all'oblio la viticoltura bellunese

Le varietà autoctone della zona (Bianchetta, Pavana, Turca, Gata) hanno rischiato quasi di scomparire per lasciare spazio alla più resistente e facile coltivazione dell'uva americana.

Negli ultimi anni però la tendenza è cambiata soprattutto grazie al coraggio e alla caparbietà di alcuni viticoltori che hanno portato alla riscoperta alcuni vitigni autoctoni locali e, successivamente, dopo numerose sperimentazioni e prove in campo, hanno aggiunto al regolamento del Consorzio alcuni vitigni internazionali, che si sono adattati molto bene al terroir e la nostro clima dolomitico. 

Con questo regolamento, teso a restringere ancora di più l'attuale disciplinare dell'Indicazione Geografica Tipica IGT "Vigneti delle Dolomiti" che oggi caratterizza e regolamenta quest'area, i risultati ottenuti sono stati davvero sorprendenti sia per quanto riguarda la produzione, ma soprattutto la qualità del prodotto finale.

Se inizialmente il vino locale non incontrava appieno i gusti dei suoi consumatori, di anno in anno gli accorgimenti in vigna, una maggiore attenzione alle lavorazioni in cantina e nuove sperimentazioni, hanno contribuito al rilancio dell'enologia bellunese riuscendo ad incuriosire persino prestigiosi esperti del settore vitivinicolo e gastronomico.

Anche i numeri di questa escalation parlano chiaro: sono nove le aziende agricole bellunesi che sono state inserite sulla guida regionale Vinetia 2018 contro le tre del 2016 e, inoltre, c'è anche chi, come Pian delle Vette Cantina di Montagna quest'anno ha avuto l'onore di poter partecipare ad importanti eventi, concorsi e manifestazioni italiane e internazionali legate al mondo del vino, portando a casa numerosi premi e riconoscimenti ufficiali proprio per l'alta qualità dei propri vini prodotti a Vignui di Feltre, un piccolo borgo immerso nelle atmosfere incantate del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, dove il suono delle campane scandisce ancora il trascorrere del tempo arricchendo i nostri pregiati vini di note uniche che regalano emozioni e sensazioni indimenticabili. 

 

 

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Degustazione vini del Consorzio "Coste del Feltrino".

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Uniti per far rinascere l'antica tradizione della viticoltura feltrina è questo l'obiettivo del Consorzio "Coste del Feltrino", nato nel marzo del 2015 e che oggi conta 11 aziende agricole, tra cui Pian delle Vette Cantina di Montagna, impegnate nella viticoltura storica.

Le aziende aderenti sono di piccole - medie dimensioni e si estendono su una superficie complessiva di 20 ettari, con la speranza di arrivare a 30 già dal prossimo anno.

Il Consorzio nasce con l'idea di riunire i principali produttori di vino dell'area del Feltrino nell'ottica della piena valorizzazione e recupero delle varietà tipiche autoctone come la Pavana, la Bianchetta e la Gata, più adatte per ottenere prodotti d'eccellenza.

Obiettivi primari del Consorzio sono, da un lato promuovere una nuova concezione di viticoltura sana, non intensiva e pienamente sostenibile dal punto di vista paesaggistico e ambientale, che vieti l'utilizzo di prodotti fitosanitari tossici e gli interventi a calendario, limitando quanto più possibile il numero dei trattamenti, nel pieno rispetto del territorio delle Dolomiti Bellunesi e pienamente integrata con le altre attività agricole già esistenti. Dall'altro, offrire ad aziende agricole e privati un'opportunità di diversificazione e sviluppo delle proprie attività agricole, contribuendo così a evitare l'abbandono delle nostre campagne e la perdita di valenza turistica. 

Per realizzare tutto questo, nel corso degli anni è stato predisposto un disciplinare interno che ogni singolo associato deve rispettare per poter continuare a contraddistinguere le proprie bottiglie di vino con il marchio del neo nato Consorzio. Le principali regole di produzione prevedono che si possano coltivare solo alcune delle varietà ammesse per la Provincia di Belluno, insieme ad altre internazionali fortemente legate al nostro territorio montano che hanno prodotto nel tempo risultati enologici di eccellenza.

L'area del Consorzio "Coste del Feltrino" è limitata ai versanti con le migliori esposizioni, con l'esclusione dei fondovalle e delle zone umide, e coincide con un'area geografica che fino al secolo scorso era ampiamente vitata e che oggi comprende i comuni di Arsiè, Fonzaso, Feltre, Seren del Grappa, Pedavena, Sovramonte, Lamon, Cesiomaggiore, San Gregorio nelle Alpi e Santa Giustina. 

In questi ultimi anni il movimento enologico bellunese sta prendendo sempre più forma attraverso un crescendo della quantità, ma soprattutto della qualità del vino, che ha già permesso a tre cantine aderenti al Consorzio di essere presenti su Vinetia 2018, la più importante guida enologica del Veneto. 

Mercoledì 25 ottobre 2017 alle ore 20:00 al Ristorante Nogherazza di Belluno (BL) Enzo Guarnieri, attuale presidente del Consorzio, illustrerà ai presenti la sinergia che si è creata negli anni e che, tutt'oggi, si sta sviluppando tra le aziende vitivinicole bellunesi per continuare a realizzare vini che esprimano davvero le qualità delle nostre pregiate uve e del territorio di montagna.

Al termine della serata, seguirà una degustazione di vini delle Dolomiti Bellunesi prodotti da 5 aziende del Consorzio, tra cui il nostro MAT'55 Millesimo 2009 - Sublimazione dell'Attesa che è stato premiato come miglior spumante Metodo Classico alla 35^ edizione della Festa dell'Uva di Fonzaso (BL). 

 

 

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Vini "Pian delle Vette" doppio premio a Belgrado.

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Medaglia d'Oro per il Pinot Nero del 2012 e argento per il Gran Passo del 2010. I soci D'Incà e Lira: << Si può fare agricoltura di qualità rispettando il territorio. >>

Egidio D'Incà e Walter Lira non potevano sapere che dentro alle botti e alle bottiglie marcate "Pian delle Vette" si nascondesse un gioiello della produzione vitivinicola feltrina.

Hanno dovuto aspettare di partecipare al "BeoWine Fair" di Belgrado (la più grande fiera del settore del Sud Est Europa, che si è svolta dal 23 al 26 febbraio nella 39esima Fiera Internazionale del Turismo) assieme ad altri 150 espositori per vedersi consegnare una medaglia d'oro per il Pinot Nero 2012 e una d'argento per il Gran Passo del 2010.

Due risultati eccezionali che incoronano un'eredità degna del cambio di gestione. L'azienda ha concorso con altre due venete (otto le italiane in tutto) che sono state portate in Serbia dal Consorzio "Italia diVini & Sapori).

"BeoWine Competition è il consorzio di valutazione dei vini più importante che si svolge in Serbia ormai da oltre un decennio. Più di 200 vini provenienti da diversi Paesi dei Balcani e, quest'anno per la prima volta, anche dall'Italia. 

La competizione si è svolta a Belgrado il 18 e il 19 febbraio. I due imprenditori feltrini hanno acquisito l'azienda vincente l'8 giugno dello scorso anno dopo un periodo di crisi produttiva (era nata all'inizio del Duemila grazie a un finanziamento Interreg), e l'hanno rilanciata come produzione e marchio.

L'estensione dei terreni che si trovano a Vignui è pari a due ettari e mezzo su cui crescono le bacche rosse tipo Teroldego, Gamaret e Diolinoer, oltre al Pinot Nero, le bacche bianche Chardonnay, Muller Turgau e Traminer, più la Bianchetta che è l'unica varietà autoctona coltivata. Tutti vitigni che si prestano molto bene in montagna.

Quattro di queste varietà fanno parte dell'Igt Dolomiti (Pinot Nero, Teroldego Muller e Traminer), mentre dal 2013 il vino spumante è Doc Serenissima.

La produzione è di 45 quintali per ettaro, un valore medio buono perché meno produzione non significa meno qualità. L'intensivo è un termine bandito visto che i trattamenti fitosanitari annui sono una decina, poco meno:   << Ci accomuna la passione per il nostro territorio e la voglia di creare un modello esemplare >>, afferma D'Incà, già noto per altre operazioni lungimiranti come il lancio del marchio "Nocciola Mestega delle Dolomiti", << siamo convinti che si può fare agricoltura puntando di più sulla qualità, e di questo devono accorgersi anche i ristoratori bellunesi. >>

Fonte: Corriere delle Alpi - 09 marzo 2017 (Francesca Valente) 

 

 

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The other days of the week we are in winery occasionally,
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