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Cibo, Vino, Arte e Cultura. Il connubio perfetto per lo sviluppo del turismo italiano.

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Oggi la promozione del cibo, del vino, dell'arte e della cultura italiana coinvolge sempre più anche le aziende agricole e le cantine vitivinicole italiane.

A confermarlo è il Secondo Rapporto "Wine + Food + Art - La Buona Italia 2017" elaborato dal Laboratorio Gaivi per il Consorzio di Tutela del Gaivi in collaborazione con il Dipartimento di Economia dell'Università dell'Insubria di Varese.

Secondo quanto emerge da questo studio, per la metà delle aziende italiane l'investimento in cibo, vino, arte cultura, lo scorso anno si è trasformato in nuove opportunità di business e di turismo, con un significativo aumento di fatturato.

Abbinare il turismo enogastronomico a quello culturale è una buona prassi adottata dal 50% delle aziende vinicole italiane che nell'88% dei casi sono riuscite a rafforzare il legame con il proprio territorio d'origine e, nella stessa percentuale, hanno contribuito ad incrementare la presenza turistica andando a potenziare la rete di servizi messa loro a disposizione.

Questo Secondo Rapporto ha mappato ben 300 realtà agroalimentari italiane che hanno scelto di incorporare nella loro strategia di marketing l'arte, la cultura, l'accoglienza turistica, il cibo e il vino, analizzandone 50 e la fotografia che ne è emersa è quella di una costante crescita del settore enoturistico che conferma dunque come oggi il connubio cibo & arte rappresenti ancora uno dei motori trainanti del sistema economico italiano.

Se nei vigneti è la biodiversità a rendere unico il nostro Paese per l'alta qualità delle sue produzioni vinicole, è altrettanto vero che i custodi di un patrimonio così vasto ed immenso sono ancora le piccole e medie aziende agricole quelle che, finalmente, hanno compreso l'importanza di sapersi proporre e rapportare in modo corretto con il mondo estero per far crescere sia il proprio fatturato, sia il valore sociale ed economico di tutto il territorio che rappresentano.

Anche questo aspetto è contenuto nel Rapporto del Laboratorio del Gaivi. Nei 46% dei casi le imprese analizzate sono di piccola o media dimensione, con un fatturato annuo che si aggira intorno a 1,5 milioni di Euro. Solo il 2% del campione è rappresentato da aziende con fatturati tra i 15 e i 50 milioni di Euro.

E tra le piccole medie imprese la prevalenza spetta a quelle del settore vitivinicolo italiano che rappresentano il 69% del totale. Piccole e medie realtà produttive che nel 76% dei casi hanno voluto intraprendere uno specifico percorso d'integrazione tra vino, cibo e arte. Nel 41% realizzando uno o più eventi culturali all'interno della propria azienda agricola, nel restante 35% facendone una strategia di promozione da integrare in modo permanente allo sviluppo del proprio marketing aziendale.

E le ragioni di questa scelta sono quanto più di nobile ci sia. E' proprio la passione di tanti imprenditori agricoli a far sì che il turismo culturale sia riuscito oggi a varcare con successo i portoni d'ingresso delle loro tenute. Una passione che riguarda anche la volontà di promuovere e valorizzare il proprio territorio d'origine portandolo alla ribalta sia  dei vari stakeholder, sia al servizio della stessa clientela.

Anche Pian delle Vette Cantina di Montagna ha scelto di continuare a sostenere l'arte e la cultura decidendo di accettare ben volentieri l'invito ad organizzare con Arte Officina di Giulia del Cappellano il laboratorio di pittura creativa Artista in Cantina che si svolgerà sabato 24 marzo 2018 alle ore 14:00 a Vignui di Feltre, e che sarà condotto da Elisa Rossi, artista figurativa di fama internazionale specializzata in pittura ad olio.

Obiettivo di questo evento culturale al quale potranno partecipare - previo pagamento della quota d'iscrizione di € 80,00 - da un minimo di quattro ad un massimo di 12 persone, sarà imparare a selezionare, mettere a fuoco ed interpretare in modo corretto la bellezza del mondo che ogni giorno ci circonda, attraverso il disegno artistico e la pittura.

Dopo aver dato libero sfogo alla propria fantasia, ingegno e vena artistica, seguirà una degustazione di vini di alta qualità prodotti dall'azienda agricola Pian delle Vette con possibilità di abbinarli ad un entrèe di formaggi e salumi locali, oppure ad un piatto della cucina tipica bellunese.

Artista in Cantina è un laboratorio che nasce anche con lo scopo di far conoscere le tradizioni tipiche delle  Dolomiti Bellunesi, dove è ancora il suono delle campane a scandire il trascorrere del tempo.

Per maggiori informazioni e/o richieste di prenotazioni a questo primo laboratorio di pittura creativa a Feltre, si prega di inviare un'email a: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

 

 

 

  

 

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Artista in Cantina. Laboratorio di Pittura Creativa a Pian delle Vette.

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L'arte non rappresenta soltanto un diversivo alla nostra quotidianità ma anche un efficace strumento di miglioramento e di sensibilizzazione alla portata di ognuno di noi, a patto che ci si avvicini con la dovuta sensibilità e disponibilità a mettere in discussione qualche nostra certezza o convinzione personale.

A conferma di questa nobile affermazione riguardo all'importanza che assume l'arte nella vita di tutti i giorni, il ricercatore americano Harold J Dupuy ha affermato che quando contempliamo un'opera d'arte rilasciamo dopamina, un neurotrasmettitore che regola l'umore.

Questo lo ha confermato anche una recente ricerca italiana condotta dall'Istituto Clinico Humanitas di Milano che ha messo in relazione la salute psicofisica di ogni essere umano con la cultura, in particolar modo con l'arte: "il bello" provoca emozioni, sensazioni e piacevoli ricordi capaci di agire sulla mente umana apportando benefici maggiori di quelli che si possono generalmente ottenere assumendo farmaci specifici.

Nella nostra vita, per vivere meglio, serve più arte. Perchè come sosteneva il grande artista Pablo Picasso "l'arte scuote dall'anima la polvere accumulata dalla vita di tutti i giorni". Persino Alain De Botton e Jhon Armstrong, che proprio attorno a questa idea hanno costruito la loro scuola e il loro movimento, hanno da sempre sostenuto che l'arte permette di risolvere i problemi della vita e trovare la felicità. 

Non è quindi una novità che l'arte rappresenti un potente mezzo per instaurare relazioni soddisfacenti e superare le proprie ansie e paure, ma oggi abbiamo senza dubbio delle ragioni fondate, per essere certi che da questa possiamo trarre davvero degli ottimi benefici per la nostra salute umana.

Sicuramente è proprio partendo dallo sviluppo di queste idee che Giulia del Cappellano ha voluto far nascere Arte Officina con lo scopo di rendere l'Arte fruibile in ogni settore lavorativo in modo da poter migliorare ulteriormente l'impatto di ogni attività attraverso la realizzazione di soluzioni creative attraenti ed estetiche.

Ciò che contribuisce a rendere l'arte unica al mondo è che può svilupparsi ovunque. Può confondersi tra le persone più comuni oppure dietro ad oggetti banali che circondano la vita di tutti i giorni, per poi riuscire a brillare di nuova luce davanti agli occhi di un essere umano che sia in grado davvero di riconoscerla ed apprezzarla.

Inoltre non è da considerarsi una novità anche il fatto che l'arte italiana abbia fatto il suo ingresso anche nelle cantine vinicole italiane. Non lo è nemmeno per l'Azienda Agricola Pian delle Vette che ha accettato ben volentieri di organizzare in collaborazione con Arte Officina di Giulia del Cappellano il laboratorio di pittura creativa Artista in Cantina, che si terrà sabato 24 marzo 2018 alle ore 14:00 e che sarà condotto da Elisa Rossi, artista figurativa di fama internazionale specializzata in pittura ad olio, che vanta un'esperienza pluriennale nell'insegnamento sia a privati che in ambito aziendale.

Obiettivo di questo evento creativo al quale possono partecipare - previo pagamento della relativa quota d'iscrizione di € 80,00 - da un minimo di quattro ad un massimo di dodici persone, è imparare a selezionare, mettere a fuoco e interpretare in modo corretto la bellezza della realtà che ci circonda, attraverso il disegno artistico e la pittura.

Ogni partecipante avrà a disposizione quattro ore per dare vita alla sua opera d'arte. Proprio dopo aver dato libero sfogo alla propria fantasia, ingegno e vena artistica, seguirà una degustazione di tre vini di alta qualità prodotti da Pian delle Vette Cantina di Montagna con possibilità di scelta di abbinarli ad un entrèe di formaggi e sopressa locale oppure ad un piatto tipico della cucina bellunese.

Artisti in Cantina è un laboratorio che nasce anche per promuovere e valorizzare la conoscenza delle antiche tradizioni dei nostri luoghi di montagna, dove tutt'oggi è ancora il suono delle campane a scandire il trascorrere del tempo.

Egidio D'Incà e Walter Lira, i due gestori della Società Agricola Pian delle Vette, sono convinti che il profumo del vino, protagonista ed ospite indiscusso di questo evento, sarà il pretesto e l'occasione per lo sviluppo di altri discorsi, storie e scambi culturali tra i diversi linguaggi dell'arte. 

Per prenotazioni e/o richieste di maggiori informazioni, si prega di inviare un'e-mail a: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

    

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Alla scoperta della Viticoltura di Montagna.

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Molto spesso si sente parlare in televisione e sul web di viticoltura eroica, come sinonimo di viticoltura di montagna, oppure di coltivazione della vite in zone montane o collinari impervie, difficili e ad altitudini elevate.

Proprio per fare maggiore chiarezza al riguardo, il Cervim, Centro di Ricerca, Studi, Salvaguardia, Coordinamento e Valorizzazione per la Viticoltura di Montagna, ha stabilito alcuni criteri di questa particolare coltivazione della vitis vinifera: pendenza del terreno superiore al 30%, altitudine superiore ai 500 metri sul livello del mare, vigne su terrazze e gradini, viticoltura delle piccole isole.

Proprio per la sua conformazione geografica, con l'arco alpino a nord e la catena appenninica che ne attraversa la dorsale, l'Italia presenta molte zone di viticoltura eroica.

Stiamo parlando di una coltivazione della vite e di una produzione di vino molto spesso legate ad un'economia agricola antica e tradizionale.

Si tratta per lo più di un lavoro faticoso che richiede tempo, energie, tanti sacrifici, investimenti economici ed impegno diretto dell'uomo, non sostituibile di certo con quello meccanizzato. 

Proprio per questi ed altri motivi, nel corso dei secoli questa forma di viticoltura è stata presto abbandonata, per lasciare spazio all'introduzione dei vigneti in zone di bassa collina o in pianura, coltivati con sistemi di meccanizzazione anche delle loro vendemmie. 

Lo sviluppo industriale dell'immediato dopoguerra ha inoltre favorito e accelerato la comparsa di questo processo. Il sogno ed il mito della modernità cittadina e del lavoro in fabbrica, hanno generato un profondo cambiamento socio - economico del nostro Paese, che proprio in nome dell'industrializzazione di massa e del primo progresso tecnologico, ha abbandonato le tradizioni rurali e agricole di un tempo

Tuttavia, praticare la viticoltura di montagna, oggi come in passato, vuol dire puntare sulla qualità dei prodotti che sfuggono, almeno in parte, alle logiche di abbattimento dei costi di produzione perseguiti con l'accanimento della viticoltura normale.

In passato la viticoltura eroica veniva descritta come una viticoltura molto importante per gli aspetti sociali e culturali che preservava, esaltando le capacità dei vignaioli di un tempo di aver saputo diligentemente utilizzare tecniche agronomiche particolari per rendere accessibili ai fini produttivi zone impervie caratterizzate dalla presenza di forti pendenze, dalla fragilità dei suoli caratterizzati da forti tendenze all'erosione e all'impossibilità di utilizzare qualsiasi sistema di meccanizzazione

Oggi questa viticoltura si presenta come un modello in grado di promuovere e valorizzare le risorse naturali in modo sostenibile, risultando così più autonoma rispetto alle zone viticole normali. Molto spesso i territori interessati alla viticoltura di montagna svolgono un importante ruolo di controllo dell'erosione e di mantenimento della biodiversità naturale, scongiurando così il pericolo di abbandono di queste terre.

Certamente in Provincia di Belluno l'Azienda Agricola Pian delle Vette, situata ai piedi delle Vette Feltrine, a 600 metri sul livello del mare, nell'area del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, è l'esempio di una Cantina di Montagna che ha saputo progettare il proprio lavoro facendo dell'impegno e della passione per il vino e per l'ambiente il vero motivo del proprio operare e credere.

Per rispettare questi principi, quest'azienda si è data una dimensione a misura d'uomo, tale da permettere una completa autonomia nella gestione operativa, affinchè tutte le operazioni colturali siano mirate alla salvaguardia della fragilità dell'ecosistema.

Consapevoli di operare in un ambiente difficile, ma appartenente a quelle realtà enologiche italiane di grande pregio storico, culturale e paesaggistico, ogni decisione è stata ed è dettata dal rispetto di precise regole.

Ad esempio, la scelta varietale ha fatto ricorso a quelle selezioni che più si adattano all'ambiente di montagna e che maggiormente possono farsi portavoce dei rigidi inverni, dei sensibili sbalzi termici notte / dì e delle ristrettezze nutritive dei suoli.

I vini prodotti a Pian delle Vette ricordano l'armonia del paesaggio, la quiete dei luoghi di montagna, il benessere dei vigneti e la ricca biodiversità che li arricchisce di profumi e aromi garantendo tipicità e unicità. 

Ogni vigneto rappresenta una piccola nicchia studiata per valorizzare l'interazione tra la vite e l'ambiente per ottenere così vini di alta qualità, che siano vera espressione del terroir di montagna,  lontani dal rispetto di mode e tendenze del momento. 

L'estensione dei vigneti, che privilegiano l'esposizione dei grappoli e delle foglie al sole, è di due ettari e mezzo su cui crescono le bacche rosse tipo Pinot Nero, Teroldego, Gamaret e Diolinoir, le bacche bianche Chardonnay, Muller Thurgau e Traminer Aromatico. Quattro di queste varietà fanno parte dell'IGT Vigneti delle Dolomiti (Pinot Nero, Teroldego, Muller Thurgau e Traminer) 

Oggi la Società Agricola Pian delle Vette è gestita da Egidio D'Incà e Walter Lira, due noti imprenditori feltrini che, dopo aver svolto varie esperienze professionali di successo in diversi settori economici, sono riusciti a coronare il loro sogno di dedicarsi al mondo della viticoltura, riuscendo a rilanciare in pochi anni la loro Cantina di Montagna sia a livello di brand, sia a livello di produzione, ottenendo numerosi premi e riconoscimenti ufficiali per l'alta qualità dei vini

Fondamentale resta il principio che ispira  tutto il loro impegno e che si basa sulla volontà di avvicinare il consumatore finale al proprio prodotto attraverso una trasparenza di informazioni, per spiegare la purezza dei vini a chi sa apprezzare davvero i "silenzi" della vita. 

In conclusione, Pian delle Vette rappresenta sicuramente un modello di viticoltura di montagna che negli anni è riuscita a dimostrare come anche in queste zone impervie e di non facile coltivazione dei vigneti, si riesca a fare agricoltura di qualità, riuscendo a coniugare sapientemente tradizione e tecnologia, nel pieno rispetto della natura e delle antiche tradizioni locali.   

  

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Il turismo enogastronomico conquista gli italiani.

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Il turismo enogastronomico sta vivendo un periodo sempre più aureo nel nostro Paese. Un italiano su tre dichiara di aver svolto almeno un viaggio all'insegna dell'enogastronomia nel corso degli ultimi tre anni. Un dato in forte crescita rispetto a quello registrato nel 2016 che si attestava al 21%. Ma ora i turisti enogastronomici salgono al 30%.

Questa importante rilevazione testimonia come l'enogastronomia oggi sia passata da un ruolo "accessorio" a vera e propria componente in grado di influenzare sempre di più la scelta di viaggio degli italiani, a tal punto che il 63% di questi valuta molto importante la presenza di un'offerta enogastronomica o tematica quando sceglie la meta dove trascorrere le proprie vacanze.

Elementi imprescindibili sono la qualità e la sostenibilità, mentre per quanto riguarda il tema green non è un driver di scelta solo per le produzioni agroalimentari, ma anche delle strutture ricettive e degli eventi. Tra le esperienze food più popolari e maggiormente preferite da gli italiani, dopo l'assaggiare piatti tipici locali  in un ristorante, seguono visitare un mercato con presenza di prodotti agricoli del territorio e acquistare cibo da un food truck. Forte risulta anche l'interesse verso il settore Beverage, con la scelta di degustare non solo vini di qualità ma anche proposte di birre locali.

La Regione più ambita e desiderata dai turisti italiani per trascorrere un periodo di riposo, svago e relax è la Toscana, ma si riscontra anche un particolare interesse per le località del Sud, specialmente per la Sicilia e la Puglia. Quello che emerge dal Primo Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano, presentato qualche giorno fa a Milano, è che molte regioni presentano un potenziale turistico inespresso o ancora poco valorizzato e, quindi, non vengono percepite attualmente come mete enogastronomiche rilevanti, nonostante siano ricche di eccellenti prodotti tipici locali. 

Stando a quanto emerge dall'analisi dei dati di questo interessante studio, possiamo affermare che la Lombardia, il Piemonte e il Veneto, pur vantando un'offerta turistica ed enogastronomica degna di rispetto, si posizionano tutte immediatamente dietro la Toscana.

Anche Egidio D'Incà e Walter Lira, i due soci dell'Azienda Agricola Pian delle Vette, condividono pienamente il discorso dell'attuale ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Maurizio Martina, pronunciato in occasione della conferenza stampa di presentazione di questo Primo Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano: "Oggi c'è una crescente domanda di servizi per i turisti del cibo che va sempre di più soddisfatta. E' molto positiva la crescita dei viaggiatori che visitano i nostri territori alla scoperta delle ricchezze enogastronomiche. Serve ora aprirsi ancora di più, aggiungendo alla qualità e alla sostenibilità la parola multifunzionalità. La ricezione turistica, anche attraverso l'apertura delle strutture produttive ai visitatori, può diventare uno strumento essenziale per avvicinare e far incontrare produttori e consumatori, oltre che essere una voce di reddito aggiuntiva, Su questa strada dobbiamo fare di più a partire dalla formazione professionale. Abbiamo bisogno di professionisti del cibo, che sappiano interagire anche con i turisti e con i buyer stranieri."

Queste prezioso discorso rappresenta un'importante occasione per ricordare nuovamente ai nostri affezionati Clienti e lettori che Pian delle Vette Cantina di Monatagna è costantemente impegnata nella promozione delle eccellenze enogastronomiche bellunesi e della Regione Veneto sia in Italia, sia all'estero, partecipando attivamente alle più prestigiose manifestazioni e rassegne del settore Food & Beverage, che ci hanno permesso anche di portare a casa numerosi apprezzamenti, riconoscimenti e premi proprio per l'alta qualità dei nostri vini di montagna prodotti a Vignui di Feltre, piccolo borgo situato alle porte del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. 

Inoltre, all'interno della nostra Azienda Agricola è sempre possibile organizzare serate o eventi speciali per poter conoscere e degustare in piena tranquillità e in buona compagnia, le nostre etichette abbinate ad una selezione di prodotti della cucina tipica di montagna.

Proprio a conclusione di un 2017 ricco di grandi soddisfazioni e di nuovi importanti successi ottenuti con tanta dedizione, sacrifici e ore di lavoro sui vigneti, per Egidio D'Incà e Walter Lira è arrivata davvero una succulenta occasione; ovvero poter andare in onda sulla trasmissione televisiva Gustibus di La 7, in occasione di una puntata speciale dedicata alla promozione e valorizzazione delle eccellenze gastronomiche del Veneto, facendo conoscere alla platea televisiva la storia di Pian delle Vette e dei suoi pregiati vini di alta qualità. 

Per quanto concerne il profilo del turista enogastronomico italiano, Roberta Garibaldi, esperta di turismo e cultura e docente presso l'Università degli Studi di Bergamo, lo sintetizza così: "E' un turista acculturato, con maggiore capacità e propensione alla spesa, che cerca nell'enogastronomia un'opportunità di conoscenza e contatto con la cultura di un territorio. Organizza il suo viaggio affidandosi sempre più al web, sia per raccogliere informazioni, sia per prenotare le singole componenti del viaggio. Durante il suo soggiorno vuole sentirsi sempre più coinvolto ed è disposto a sperimentare l'enogastronomia a 360 gradi, affiancando spesso altre proposte attive, Preferisce percorsi misti, non monotematici: il turista del vino cerca anche ottime esperienze gastronomiche."

Se si considera l'offerta enogastronomica, i numeri del nostro Bel Paese sono di tutto rispetto, con 821 Indicazioni Geografiche Food & Wine, 586 ristoranti di eccellenza, 11.329 agristori, 18.632 agriturismi con alloggio, 169 Strade del Vino e dei Sapori, 12.446 agriturismi che offrono proposte turistiche quali maneggi, escursioni guidate a piedi o in mountain bike, fattorie didattiche etc. A ciò si aggiungono una molteplicità di altre esperienze food & beverage, quali Musei del Gusto, esperienze in cantina, eventi tematici e scuole di cucina.

 

 

 

 

 

 

 

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Con la Potatura Invernale a Pian delle Vette riprendono i lavori nei vigneti

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La vite è una pianta molto particolare che ama il sole ed è grazie all'energia e al caldo che dalla primavera fino al termine del periodo estivo si fa bella con una chioma verde rigogliosa, ornata di fiori e con grappoli grandi e succosi.

Con l'arrivo dei primi freddi autunnali e delle basse temperature invernali, la vite entra in uno stato di letargo vegetativo che dura tutto l'inverno, contrassegnato dalla graduale caduta delle foglie che, dapprima, si colorano di splendide tonalità autunnali e, successivamente, un po' alla volta si adagiano al suolo.

Proprio la perdita delle foglie indica il momento in cui la vite entra nella fase di riposo invernale, nell'attesa di riprendere l'attività produttiva nella primavera successiva. In questo periodo dell'anno i lavori che si rendono necessari nel vigneto sono diversi, ma quello a cui i viticoltori riservano maggiore attenzione è la potatura secca, o invernale, un'importantissima pratica agronomica in grado di fare la differenza nel breve e nel lungo periodo definendo i presupposti per la nuova produzione.

Che cos'è la potatura secca e a che cosa serve?

La potatura secca, o invernale, è una pratica di fondamentale importanza per la corretta gestione del vigneto, poichè consente di conseguire l'equilibrio tra l'attività vegetativa (ovvero lo sviluppo delle foglie) e l'attività produttiva della pianta, con ripercussioni dirette sia sulla resa che sulla qualità dell'uva; la potatura invernale persegue inoltre lo scopo di assicurare la longevità produttiva della pianta e di controllarne lo sviluppo nello spazio assegnatole, mantenendo la forma di allevamento impostata.

Prima di iniziare la potatura è necessario sapere che la vite produce prevalentemente sui tralci dell'anno che si sviluppano dalle gemme presenti sul legno dell'anno precedente; in secondo luogo la vite produce anche sui succhioni ( tralci dell'anno originatesi sul legno di più di due anni), nonchè sulle femminelle (germogli sorti da gemme pronte, vale a dire gemme che si sviluppano nello stesso anno dalla loro formazione) inserite sui tralci dell'anno.

Il "pianto" della vite.

Il pianto della vite è il segnale che indica la fine del periodo opportuno per effettuare la potatura invernale, ovvero quel particolare momento dal quale le porzioni della pianta non possono essere più tagliate in quanto questa ne risente e soffre, piangendo.

La fase del germogliamento è preceduta da un fenomeno tipico della vite chiamato per l'appunto "pianto", ossia l'emissione di liquido dai vasi xilematici a livello dei tagli di potatura: questo è dovuto da una parte alla riattivazione del metabolismo degli zuccheri e alla conseguente riattivazione della respirazione cellulare e dall'altra all'elevato livello di assorbimento che caratterizza le radici, che tocca il massimo proprio in questa fase.

Il Carico di Gemme.

Il carico di gemme lasciato per ciascuna pianta condiziona il numero di grappoli ottenibili, pertanto quest'ultimo deve essere scelto considerando la fertilità del suolo e la vigoria espressa dalla combinazione vitigno/portainnesto, in modo da poter raggiungere un equilibrio ottimale tra le foglie e i grappoli, fondamentale per l'ottenimento di uve di alta qualità.

Più in generale, si può ritenere che una pianta sia in equilibrio quando i germogli arrestano la loro crescita in concomitanza con l'invaiatura, che si manifesta con il cambiamento di colore degli acini e della loro consistenza, senza entrare così in concorrenza con la maturazione del grappolo

Un numero di grappoli eccessivamente elevato rispetto alle potenzialità della pianta contrasta con la possibilità di ottenere uva di qualità, in quanto non consente di poter raggiungere un adeguato livello di maturazione. Analogamente però anche un numero di grappoli eccessivamente basso può contrastare con la qualità, dato che può determinare una maturazione troppo rapida che non consente un'adeguata evoluzione e un necessario accumulo delle sostanze fenoliche, che sono alla base della struttura e del colore finale del vino. Inoltre, in condizioni di elevata fertilità del suolo e di buona disponibilità di acqua, un numero troppo scarso di grappoli può stimolare la pianta a continuare a vegetare anche dopo l'invaiatura, a scapito della maturazione dell'uva e della qualità del vino che se ne otterrà.

Per quanto concerne il numero di gemme (o nodi) lasciati per ciascuna vite, il carico si considera basso se inferiore a 10 gemme, medio se compreso tra 10 e 30 gemme e, infine, alto se superiore a trenta gemme.

Un errore da evitare assolutamente di compiere è quello di aumentare il carico di gemme per andare a controbilanciare un'eventuale minore produzione. In tutti questi casi è bene procedere a "scaricare" la pianta, lasciando un numero ridotto di gemme e procedere a ricercare all'interno della propria azienda vitivinicola le cause che possono aver determinato la riduzione di produzione.

Qual'è il periodo migliore per eseguire la potatura secca della vite?

La potatura secca deve essere eseguita nel corso dell'inverno, periodo in cui la pianta arresta la propria attività. Nelle zone più fredde dell'Italia settentrionale è preferibile iniziare a potare nella seconda metà dell'inverno (febbraio - marzo), quando è trascorso definitivamente il periodo più freddo dell'anno, perchè in questo modo si ha la possibilità di andare ad eliminare i tralci con gemme eventualmente danneggiate dalle basse temperature.

Nelle regioni meridionali invece è possibile anticipare la potatura di qualche settimana. Ad ogni modo, è buona norma terminare la potatura prima dell'inizio del pianto, che segnala il risveglio dell'apparato radicale della pianta.

L'intensità dell'intervento dovrà essere proporzionata alla vigorosità del vigneto. Di fronte ad un vigneto debole, l'intervento sarà misurato, come inferiore sarà il numero di gemme che verranno risparmiate. In ogni caso, bisognerà sempre assicurare ai tralci e quindi ai futuri grappoli una corretta esposizione, per luminosità e aerazione.

Alla potatura invernale si aggiunge la potatura estiva (o verde) che si effettua durante lo sviluppo vegetativo della pianta e contribuisce, come quella secca, a concentrare lo sviluppo vegetativo sugli organi che costituiscono la struttura produttiva della pianta, condizionando il microclima della chioma in modo da favorire la maturazione dei grappoli, assicurando condizioni meno favorevoli agli attacchi di patogeni

A Pian delle Vette si potano i vigneti utilizzando le tecniche indicate nel metodo Simonit & Sirch.

Sperimentato per la prima volta in Friuli Venezia Giulia nel 1988, questo metodo di potatura oggi è conosciuto a livello internazionale ed è applicato da oltre un centinaio di aziende agricole europee, tra cui anche Pian delle Vette Cantina di Montagna, situata a Vignui di Feltre, un piccolo borgo rurale immerso nella quiete dei luoghi delle Dolomiti Bellunesi.

Ad inventarlo sono stati Marco Simonith e Pierpaolo Sirch, due agronomi friulani, i quali partendo dalla constatazione che spesso le viti si ammalano e si infettano per una squilibrata impostazione delle potature, hanno studiato gli antichi vitigni italiani ed europei applicando il loro metodo alle esigenze della moderna viticoltura e ai sistemi di allevamento più intensivi, come la Spalliera e il Guyot.

La chiave di volta per risolvere le problematiche del deperimento dei vigneti e della riduzione della loro produttività, coincide proprio con un corretto metodo di potatura, che si può applicare a tutti i sistemi di allevamento della vite.

Il segreto sta nell'effettuare con un approccio individuale, pianta per pianta, una potatura ramificata con piccoli tagli sul legno giovane, poco invasivi sul sistema di conduzione della vite ed orientati sempre allo stesso lato, per separare il legno vivo da quello secco che si forma dopo un taglio di potatura.

I suoi risultati hanno dimostrato che le piante dotate di un sistema linfatico integrato, mostrano maggiore omogeneità di risposta vegeto - produttiva, si sviluppano in modo conforme risultando così molto più longevi e costanti nella qualità del prodotto finale. 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Pian delle Vette, un'azienda agricola di nicchia alle porte del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi.

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Per molti può sembrare una curiosa novità, ma di viticoltura a Belluno e, in particolar modo nel Feltrino, se ne parla già da diversi secoli. Infatti, proprio nell'archivio storico del Comune di Feltre si trovano numerosi riferimenti a particolari statuti che disciplinavano la coltura della vite sin dal lontano millecinquecento e, inoltre, nel '600 il Canonico della Cattedrale di Belluno Giovan Battista Barpo nei suoi libri "Le delizie e i frutti dell'agricoltura e della villa" dedica proprio un capitolo a "Delle uve, delle viti e dei recipienti per il vino" andando a descrivere minuziosamente le principali tipologie di uva locali fornendo preziosi consigli per la loro coltivazione.

Purtroppo la diffusione dell'oidio, della peronospora e della fillossera, lo scoppio della Grande Guerra, l'emigrazione dei primi del novecento e la massiccia industrializzazione avvenuta dopo il disastro del Vajont, portarono in breve tempo all'abbandono della coltivazione della vite a Belluno.

Nel corso di questi anni c'è stata però una rinnovata attenzione ed interesse verso la vite da parte di alcune aziende agricole bellunesi che hanno saputo recuperare i terreni vocati alla sua coltivazione, riprendendo così una produzione che, seppur limitata quantitativamente, riesce a riscuotere notevoli consensi, apprezzamenti e riconoscimenti in Italia, e all'estero, per l'alta qualità dei vini

Attualmente sono 147 gli ettari di vigneti presenti in Provincia di Belluno, una sessantina dei quali appartengono a produttori trevigiani che hanno scelto di espandersi a Belluno per proseguire il Metodo Tradizionale. Il vino biologico, invece, è un fenomeno in costante crescita: sono già quattro le aziende bellunesi in possesso della relativa certificazione. 

Uno degli aspetti più curiosi che riguarda il mercato del vino bellunese è l'incremento del numero di donne che si dedicano alla viticoltura in Provincia di Belluno in quanto sembra che questa attività rappresenti una valida opportunità per conciliare la vita familiare con il proprio lavoro. 

Un secondo aspetto molto interessante riguarda i piccoli produttori che hanno ripreso la coltivazione della vite in zone di montagna, limitando sempre più l'utilizzo dei fitofarmaci sia per una questione economica, sia soprattutto per rispettare e tutelare maggiormente l'ambiente che circonda le incantevoli montagne delle Dolomiti Bellunesi, dichiarate Patrimonio dell'Umanità.

Certamente l'Azienda Agricola Pian delle Vette, situata a Vignui di Feltre, piccolo borgo immerso alle porte del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, è l'esempio di una Cantina di Montagna che, pur avendo dimensioni ridotte, ha saputo coniugare negli anni la riscoperta della viticoltura locale con le nuove tecnologie enologiche, nel pieno rispetto della tradizione e dell'ambiente circostante.

Qui la scelta varietale ha fatto ricorso a quelle selezioni che più si adattano all'ambiente di montagna e che maggiormente possono farsi portatrici dei rigidi inverni, dei sensibili sbalzi termici notte / dì e delle ristrettezze nutritive dei suoli. 

I vini prodotti da Pian delle Vette ricordano l'armonia del paesaggio, la quiete dei luoghi, il benessere dei vigneti e la ricca biodiversità che li arricchisce di profumi e aromi garantendo tipicità e unicità.

La società agricola Pian delle Vette è gestita da Egidio D'Incà e Walter Lira, due imprenditori feltrini che, dopo aver svolto varie esperienze professionali in diversi settori economici, hanno coronato il loro sogno di dedicarsi al mondo della viticoltura riuscendo a rilanciare questa Cantina sia a livello di brand, sia a livello di produzione, ottenendo numerosi premi e riconoscimenti proprio per l'alta qualità dei loro vini di montagna

A Pian delle Vette ogni vigneto rappresenta una piccola nicchia studiata appositamente per ottenere prodotti unici lontani dal rispetto di mode e di tendenze del momento. 

L'estensione dei vigneti è di due ettari e mezzo su cui crescono le bacche rosse tipo Pinot Nero, Teroldego, Gamaret, Diolinoir, le bacche bianche Chardonnay, Muller Thurgau e Traminer Aromatico.

Quattro di queste varietà fanno parte dell'IGT delle Dolomiti (Pinot Nero, Teroldego, Muller Thurgau e Traminer), mentre dal 2013 il vino spumante rientra anche nella DOC Serenissima.

La coltivazione della vite viene da sempre effettuata nel pieno rispetto dell'ambiente che circonda il territorio del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi.

Pian delle Vette rappresenta un modello di viticoltura di montagna che dimostra come anche in queste zone impervie e di non facile coltivazione del vigneto, si riesca a fare agricoltura di qualità, riuscendo a coniugare sapientemente tradizione e tecnologia, sempre nel pieno rispetto della natura e delle tradizioni locali.       

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Grande successo per il Granpasso all'Italian Wine Expo 2017.

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L'8 dicembre 2017, nella sede del prestigioso Das Hilton Kyiv Hotel, situato a pochi chilometri di distanza dalle principali attrazioni del centro di Kiev, si è svolta la seconda edizione dell'Italian Wine Expo 2017, rassegna B2B organizzata da Pilota Green Eventi, società di servizi con esperienza ventennale nella promozione delle eccellenze enogastronomiche italiane rivolta sia ai mercati interni (Paesi europei) sia ai Paesi Extra UE, in collaborazione con il Consolato Onorario d'Ucraina e la Camera di Commercio Nazionale Ucraina di Kiev. 

Questo evento si è rivelato un'importante occasione per far conoscere ed apprezzare ai principali operatori del settore vinicolo, agli importatori e ai distributori Ho.re.Ca, ai media, agli opinion leader e ai ristoratori locali, l'alta qualità dei nostri vini italiani anche con l'obiettivo di arrivare alla formazione di una gamma di carte dei vini da proporre nei migliori ristoranti di Kiev e in altre regioni del Paese.

Protagoniste della mostra di degustazione di Italian Wine Expo sono state 10 prestigiose aziende vinicole italiane come Vini Biagi (Colonella - Teramo), Seiterre (Bovolone - Verona), l'Azienda Agricola Reassi (Carbonara di Rovolon - Padova), Tenuta San Jacopo (Cavriglia - Arezzo), Azienda Pietro Cassina (Lessona - Biella), Azienda Agricola Vigna Petrussa (Albana - Udine), le Cantine PaoloLeo (San Donaci - Brescia), l'Enoteca Mirovino (Vecchiano - Pisa), giunte fin qui per promuovere i propri vini sul mercato ucraino, alla presenza delle più importanti realtà professionali di questo settore.

Anche Pian delle Vette, azienda agricola situata a Vignui di Feltre, piccolo borgo alle porte del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, ha partecipato a questa vetrina presentando al grande pubblico il suo Granpasso 2010, un vino che nel 2017 ha ottenuto numerosi riconoscimenti e premi ufficiali sia in Italia, sia all'estero, tra cui ricordiamo la medaglia d'oro al Concorso "Wine of the Year 2017" indetto dalle Associazioni "Via Claudia Augusta Altinate" di Germania, Italia e Austria, che ha riscosso un notevole successo per la sua grande struttura e per i profumi intensi, eleganti e delicati che garantiscono tipicità e unicità. 

Il mercato del vino in Ucraina.

Oggi nuovi mercati del vino crescono e anche Paesi che un tempo non si pensava potessero diventare piazze interessanti per prodotti di qualità e talvolta anche di alto prezzo, si sono affacciati sulla scena del wine business. Uno di questi è l'Ucraina, che oltre a contare su una produzione locale in crescita, è diventata un mercato dove sono sempre più presenti vini provenienti da tutto il mondo e, nel quale, operano ed agiscono una quindicina di importatori di vini europei ma anche del nuovo mondo.

Attualmente una delle principali wine componies è Dolmart Ukraine, azienda nata nel 1993 da Christina Xinias, che pur avendo avuto una primaria impostazione come importatrice di alcolici, è cresciuta siano a diventare una realtà che distribuisce grandi Maison de Champagne e prestigiose griffe di vino.

Il vino in Ucraina è una bevanda conosciuta e apprezzata sin dall'epoca zarista, inoltre durante il periodo sovietico, il Paese era la repubblica con la maggior produzione di vino dell'Urss.

Il popolo ucraino è un grande consumatore di bevande alcoliche, in particolare di vodka, cognac e brandy. La domanda di vino è in costante crescita, come quella nelle fasce alte di mercato, anche se nel 2014 la crisi economica ha inciso negativamente colpendo anche il mercato del vino.

Attualmente il consumo di vino è di circa 10 litri annui pro capite, dato che è destinato ad aumentare per il drastico calo del consumo di alcolici tradizionali, a vantaggio di quelli più leggeri. Negli ultimi dieci anni si è registrato anche un incremento delle importazioni di vino che hanno raggiunto una cifra di oltre 100 milioni di euro all'anno.

L'Italia è il primo esportatore di spumanti in Ucraina con una quota di mercato del 39%, seguita dalla Francia (20%), dalla Georgia (14%), dalla Germania (9%) e dalla Moldavia (5%). Per quanto concerne le altre tipologie di vini, il primo esportatore è la Georgia con un mercato del 28%, a seguire l'Italia (19%), la Francia (18%), il Cile e la Moldavia (8%). 

In Ucraina le importazioni di vino sono in mano a poche imprese, tant'è che per importare vino esiste un complicato e costoso sistema di licenze e di regolamentazioni burocratiche. Proprio per queste difficoltà, se si vuole esportare verso questo Paese, occorre stabilire un rapporto con un importatore di fiducia.

La produzione locale di vini è basata si basa su poco più di un centinaio di produttori che si avvalgono ancora dell'uso di tecnologie arretrate, ed è principalmente concentrata sugli spumanti, sui vini dolci e su quelli fortificati. In questi ultimi anni si stanno introducendo anche vitigni internazionali cominciando a produrre i primi vini fermi.

La qualità dei vini risulta ancora medio - bassa e vengono consumati prevalentemente sul mercato interno, anche se una parte viene esportata nei paesi limitrofi. L'export ha come destinazioni principali la confinante Russia, la Germania e la Georgia.

In conclusione, un elemento che potrebbe favorire lo sviluppo del mercato del vino ucraino, potrebbero essere gli accordi economici con l'Unione Europea, che porterebbero a ridurre le barriere tariffarie e non, soprattutto all'importazione di vini. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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I Vini Pian delle Vette protagonisti alla mostra Walter Resentera. Le Figure sui Muri.

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Venerdì 29 dicembre 2017 è finalmente calato il sipario su uno degli eventi culturali maggiormente voluti e sostenuti dall'Amministrazione Comunale Feltrina, ovvero la cerimonia d'inaugurazione della mostra "Le Figure sui Muri" dedicata all'artista feltrino Walter Resentera, che si è svolta alle ore 17:00 nel prestigioso Teatro de La Sena del Comune di Feltre, alla presenza del Sindaco Paolo Perenzin, dell'Assessore alla Cultura Alessandro Del Bianco, della curatrice della mostra Tiziana Casagrande, dell'Architetto Giuliana Zanella e di Michela Tessari, autrice di un saggio in catalogo, che introdurrà il video sulla pittura murale realizzato da Matteo Meldolesi

L'Enoteca Contemporanea di Paolo Grando ha avuto l'onore di curare il rinfresco preparando per l'occasione tre bocconi speciali ispirati all'affresco realizzato in Birreria Pedavena dal pittore feltrino "La Leggenda dei Monti Pallidi", preparati con alcuni prodotti tipici locali come la peperonata feltrina, il formaggio Piave Oro, lo stracchino del Caseificio Montegrappa, erbette montane raccolte al chiaro di luna ispirati dalla famosa leggenda, innamorati della figlia del Re della Luna.

Alla mescita, non potevano mancare i pregiati vini di alta qualità prodotti dall'Azienda Agricola Pian delle Vette di Vignui di Feltre, che ricordano l'armonia del paesaggio, la quite dei luoghi delle Dolomiti Bellunesi, il benessere dei vigneti e la ricca biodiversità, che li arricchisce di profumi ed aromi garantendo tipicità e unicità.

Walter Resentera: il ritratto di un'epoca italiana.

Walter Resentera nacque il 9 febbraio 1907 a Seren del Grappa (Belluno) da Ernesto Quintino e Olga Scopel. La famiglia si trasferì a Pedavena dove instaurò un profondo rapporto d'amicizia con il titolare della fabbrica di Birra "Pedavena" Giovanni Luciani. 

L'artista conseguì il diploma di ragioniere a Padova, ma, fin da giovanissimo, palesò una spiccata passione e inclinazione per il disegno e la pittura. 

Dopo aver svolto il servizio militare a Verona, nel 1928 si spostò a Milano, con l'idea di vivere di sola pittura, ma dovette trovarsi presto un'altra occupazione per sopravvivere e mettere in luce il suo talento.  Nel frattempo non disdiceva frequentare i classici ritrovi degli artisti milanesi quali il Caffè - Ristorante Savini e la Trattoria Bagutta, dove divenne amico, tra gli altri, di Anselmo Bucci, Mario Vellani Marchi, Giuseppe Novello, Achille Funi, Bernardino Palazzi, dei cartellonisti Mondaini e Sinòpico e di molti altri scrittori come Bacchelli, Rocca, Montale, Gadda, Monelli, Santucci e Zavattini.

Nel febbraio 1929, dopo aver incontrato il grande cartellonista Marcello Dodovich, iniziò a lavorare per lui riuscendo così ad emergere e a farsi conoscere nel mondo dei manifesti pubblicitari e dell'illustrazione.

Successivamente lavorò per Valentino Bompiani, con il quale strinse anche un rapporto d'amicizia, per "L'Illustrazione Italiana", "La Lettura" e altre riviste.

Inoltre riusci a vincere vari concorsi per la cartellonistica di regime. Negli anni Trenta, Walter Resentera riscosse un notevole successo per la sua elevata capacità di interpretare in modo autonomo lo spirito "romano" dell'epoca. Proprio per questo, si guadagnò la stima di Duilio Cambellotti, Arturo Martini, Enrico Sacchetti e del critico Ugo Ojetti.

Resentera si espresse anche nella pittura murale ad affresco, tempera e mosaico. Oltre che per palazzi privati, realizzò i cicli del Ministero dell'Aereonautica a Roma, in collaborazione con Dudovich, del palazzo della Rinascente e dell'aereoporto Forlanini a Milano, Le Leggende dei Monti Pallidi nella Birreria di Pedavena, la volta delle centrali elettriche di Soverzene e Somplago, nonchè l'affresco nella Sala delle Assemblee nella sede milanese dell'Associazione delle Imprese Edili e complementari della Provincia di Milano e il vasto mosaico per lo stabilimento Dreher di Massafra.

Restio a far parte di scuole, movimenti e gruppi, espose in radio e solo dalla metà degli anni Sessanta, quando si trasferì a Monza. Finì per rinchiudersi in sè stesso e uscì dall'isolamento dipingendo quadri da cavalletto nei quali mostrava una particolare abilità nel ritratto. Sentendosi spaesato nell'ambiente milanese, Walter Resentera si trasferì nel 1976 a Treviso dove si aspettava che gli venisse riconosciuta la propria personalità creativa, ma le attese non furono esaudite. 

Dopo la scomparsa della moglie Adriana, nel 1991, l'artista ebbe un crollo psicofisico e fu accolto dal nipote a Schio. Qui si spense il 28 luglio 1995.

Walter Resentera. Le Figure sui Muri.

La mostra di opere dedicata a questo artista feltrino, vuole rappresentare un'istantanea storica del periodo a cavallo tra gli anni '30 e '40 ed è suddivisa in 8 sezioni dedicate alla creatività e al grande talento di Walter Resentera, proponendo una raccolta di 160 opere di pittura murale, illustrazione e cartellonistica

Al piano terra della Galleria d'Arte Moderna "Carlo Rizzarda" di Feltre, sede di questa prestigiosa vetrina, sono esposte le grandi riproduzioni fotografiche, i bozzetti a tempera, carboncino e matite su carta realizzati dal pittore feltrino, assieme ad un video - documentario che presenta e descrive i monumentali affreschi della Birreria Pedavena, della volta della centrale idroelettrica di Soverzene e il fregio della centrale idroelettrica di Somplago. 

Nelle altre stanze della Galleria, oltre alla biografia ricostruita attraverso foto e documenti storici, si incontrano la stagione dell'illustrazione, con l'esposizione di riviste, volumi e cartoline d'poca, la pubblicità per il Bovis comparsa su "Le Tre Venezie", la copertina per "La Lettura", "L'Illustrazione Italiana" e la "Rivista Illustrata del Popolo d'Italia", il periodo milanese, con la frequentazione del Ristorante Bagutta dove gravitavano gli artisti, le commissioni della famiglia Borletti - Brustio e l'affresco della Sala delle Assemblee del Circolo delle Imprese Edili e affini della Provincia di Milano.

Di grande impatto sono le opere degli illustri modelli della pittura rurale: Mario Sironi, Achille Funi e Massimo Campigli. Un'ampia sezione è dedicata ai manifesti realizzata grazie alla preziosa collaborazione del Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso. Si va dalle affiches che pubblicizzano prodotti commerciali ai cartelloni della propaganda di regime. 

Il percorso nella cartellonistica della mostra feltrina espone rari pezzi dell'arte di Resentera sia pubblicitari, sia celebrativi. La sezione Walter Resentera / Marcello Dudovich: l'allievo, il maestro e il suo fantasma ricostruisce il complicato rapporto tra l'artista e il celebre suocero, illustrando le imprese decorative realizzate a quattro mani proponendo un'ampia selezione di tempere del grande artista triestino.

Il principale obiettivo di questa esposizione d'arte feltrina è mettere in risalto l'elettricità di un artista che è stato non solo testimone, ma anche protagonista indiscusso di un'epoca storica italiana nella quale arte e contesto storico - politico erano allineate in una sorta di simbiosi creativa. Si pensi, ad esempio, alla produzione cartellonistica del ventennio fascista, in cui il tratto grafico, chiaroscuri ed improvvisazione volumetrica, contribuivano a consolidare e a far nascere un'estetica di regime.

Per tutti gli appassionati d'arte e di storia locale, Pian delle Vette Cantina di Montagna consiglia di visitare questa importante mostra che rimarrà aperta dal 30 dicembre 2017 al 29 aprile 2018, con i seguenti orari: dal martedì alla domenica dalle ore 10:30 alle ore 12:30 e dalle ore 15:00 alle ore 18:00. Costo biglietto d'ingresso € 5,00 ridotto € 3,00. 

 

 

 

 

 

 

 

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Soc. Agr. Pian delle Vette
Via Teda, 11 32032 Pren di Feltre (BL) - ITALIA
We are open on Saturday from 9 to 12 and from 15 to 18.
The other days of the week we are in winery occasionally,
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