Potare è un’arte poco nota, ma indispensabile
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Il lavoro svolto in cantina comincia dalla cura con cui vengono trattate e rispettate le vigne
Ci sono molti modi di curare una vigna, ma pochi per ottenere uve sane e vini eccellenti. C’è una vera filosofia alle spalle che passa dalle scelte personali di noi viticoltori. La potatura è parte integrante di questa cura. Dalla sua accuratezza passa uno sviluppo bilanciato del vitigno e la sua integrità nel tempo. Una vigna è produttiva per un periodo molto lungo, è una pianta davvero longeva. In ogni caso c’è chi vuole trarne il massimo sfruttamento in pochi anni a discapito della qualità e chi sceglie di prolungarne la vita. Noi di Pian delle Vette, cantina di montagna, abbiamo scelto di curarci delle nostre produttrici per aumentare nel tempo la qualità dei nostri vini.
Un doppio passaggio
La nostra vigna in località Vignui viene curata direttamente da noi soci, Walter Lira e Egidio D'Incà, ha avuto in sorte due appassionati cultori della produzione di qualità. Il nostro sistema di allevamento è il classico Guyot in uso già dal 1.700 in Francia. Un sistema a bassa produzione, ma di alto impatto qualitativo. Il nostro metodo di potatura si ispira alla filosofia dei due flussi linfatici (vedi Simonit & Sirch): due passaggi, il primo per sgrossare i tralci effettuato tra gennaio e febbraio, quando la vite è ancora dormiente. Il freddo non ha ancora permesso al vitigno di cominciare a vegetare e si possono fare le migliori valutazioni per una potatura bilanciata. Il secondo è avvenuto a marzo con un secondo passaggio di rifinitura e controllo. Quello 2020 è un inverno particolare, molto temperato e le operazioni sono state anticipate! A causa della pandemia Covid-19, abbiamo potato con le mascherine! Una strana sensazione quella di essere fra i pochi fortunati a stare all’aria aperta, mantenere le distanze di sicurezza, ma in campagna è certamente più facile. La cosa più divertente è che abbiamo dovuto urlare, come se fossimo arrabbiati, Walter ed io, visto che con queste protezioni la potenza della voce si ridimensiona assai! Il bello invece di questa situazione è che l’assenza di rumori ci permetteva di sentire i colleghi agricoltori che parlavano sull’altro versante della valle (mio nonno mi diceva infatti che ai suoi tempi comunicavano chiamandosi da un versante all’altro della vallle)
Per quello che riguarda i guanti, noi che lavoriamo in campagna siamo già abituati, indispensabili anche per il freddo della mattina! Siamo ai piedi delle Dolomiti, ma sempre nell’arco alpino.
Una vite sana
Il secondo passaggio che si è appena concluso, nel giorno di San Giuseppe, è molto importante in quanto si dà forma al tralcio che sarà il produttore e si predispone la pianta per il tralcio che andrà in produzione l’anno successivo. L’obiettivo di questa conduzione è ottenere che la vite resti sana, robusta e non sia stressata da over produzione. Il vitigno viene coccolato e curato perché sappia dare il meglio di sé, anno dopo anno, senza spremere le sue energie. È un’operazione delicata su cui s’innesta uno speciale alone olistico di piacevolezza e scambio tra produttore e coltura. Il potatore è una figura determinante, la cui professionalità incide sulla qualità in modo sostanziale. Corsi, approfondimenti, valutazione del giusto rapporto fra fusto e tralci, foliazione e esposizione al sole sono solo alcuni delle variabili indispensabili fondamentali per produrre vini di altissima qualità.
A misura d’uomo
La filosofia di Walter Lira e Egidio D'Incà si esprime in questo concetto. Un’azienda a misura d’uomo che sappia tener conto dell’ecosistema e dei ritmi naturali. Per questo l’armonia dei nostri vini si raccorda perfettamente con l’incanto del paesaggio dove le loro vigne si sviluppano. I Pinot neri, i Teroldego, il Selvarech, gli Gnomè, lo Chardonnay, il Mullert Thurgau, il Croda bianca, il Dumalis e il Mat’55 millesimato, dipingono una tavolozza di profumi e sapori piacevolissimi, che attendono soltanto di essere degustati.